Una mela al giorno

Cancro del colon-retto: scoperto quando nasce

Nicola Simonetti

Aumenta tra i più giovani

Secondo per frequenza dopo quello della mammella, il cancro del colon-retto è in aumento sopecie nei giovani. Ed allora, logica vuole – lo ripete da anni il barese prof. Francesco Schittulli, senologo-chirurgo, oncologo al Mater Dei Hospital di Bari e presidente nazionale Lega Tumori – che si debba anticipare la data iniziale degli screening (esame feci, endoscopia) a partire dai 40-45 anni o addirittura ancor prima, ed è stato ribadito da ricerca (dati raccolti su 12mila pazienti) del Kaiser Permanente Northern California e pubblicata sull’autorevole JAMA). Qual’è l’età del cancro? Una nuova ipotesi sulla crescita accelerata nei giovani del tumore del colon-retto considerato una malattia dell’età avanzata, sta emergendo sempre più frequentemente negli under 50 anni (affermano ricercatori e medici di Ifom e dell’Oncologia, Milano). “II giovani adulti – dice il prof. Salvatore Siena, unuiv.statale Milano - restano esclusi dai programmi di prevenzione...” quindi anticipare l’età degli screening… sviluppare approcci specifici per i tumori del colon- retto ad insorgenza precoce… ma quando, poiché, tra l’altro, ne è dimostrata l’elevata velocità di crescita? Un nuovo apporto viene da uno studio appena pubblicato su “Nature Genetics” da ricercatori dell’ Institute of Cancer Research, Londra, Human Technopole, Milano e Università di Göteborg, che “individua l’istante iniziale, simile al ‘Big Bang’ astronomico, che definisce l’evoluzione do questo cancro, aprendo la strada a strategie e trattamenti precoci, più efficaci”.

Quindi il momento del FIAT, qui ed ora, di questi tumori è individuato: in questa fase le astute cellule tumorali acquisiscono, però, la capacità di eludere le difese dell’organismo, diventando praticamente invisibili al sistema immunitario con cambiamenti epigenetici che modificano o spengono i geni che permettono al sistema immunitario di riconoscerle e, pertanto, gli evadono e crescono – diremmo a Bari “à la segherdùre… le fuìne”(all’ insaputa, le malefiche) senza farsi notare e con l’intento di essere assai cattive’ tanto che solo una parte (15%) di loro risponde bene all’immunoterapia. Pertanto la scienza appronta trattamenti più mirati, efficaci e precoci. “Capire come e quando avviene questo “Big Bang” biologico può aiutare i medici – scrive Aiello - ad identificare precocemente i pazienti che risponderanno meglio all’immunoterapia e a sviluppare trattamenti mirati anche l’integrati con farmaci che modificano l’epigenoma” (il direttore d’orchestra: determina quali geni vengono attivati o disattivati, come fosse un interruttore; può essere influenzato dall'ambiente e dallo stile di vita, a differenza del genoma che è fisso). Intanto val la pena aiutarsi con lotta ai fattori di rischio: fumo, alcolici, stile di vita, alimentazione.

Emerge, tra l’altro, il ruolo protettivo (riduzione fino al 40%) esercitato dai carotenoidi alimentari dimostrato da uno studio italiano (univ. e centro diagnostico, Milano, CRO Aviano, univ. Bologna, Fond. Pascale, Napoli, pubblicato su “European Journal of Clinical Nutrition” e si avvale di risultati di molti studi internazionali): cereali integrali, alimenti ricchi in fibra come frutta, agrumi, pomodoro (anche in salsa), carote, verdure, meglio le colorate, a foglia, legumi e latticini (per il loro contenuto di calcio e fermenti lattici), ricchi di antiossidanti ed antinfiammatori Dolci? Adelante, con juicio (andiamoci piano e con giudizio). È da sconsigliare un consumo elevato di carni rosse, salumi e insaccati. La dieta mediterranea autentica, tradizionale, che si sposa con esercizio fisico giornaliero si raccomanda da sola. Il sovrappeso/obesità è fattore disturbante.

Privacy Policy Cookie Policy