Una mela al giorno

Ecco come conciliare tavola e dieta nei giorni festivi

Nicola Simonetti

Brindisi, snack, aperitivi, colazioni e dintorni si affollano per onorare la feste “grandi” cui si aggiungeranno generosi pranzi, cene, cenoni familiari e (peggio per la pancetta) non. Ogni occasione si presenterà opportuna per mangiare insieme e far incetta di calorie che si tradurranno in ciccia sgradita alla salute ed alla linea da rispettare. Limitare gli attentati ed i danni senza rinunciare al gusto è possibile. “Col buon voler s’aita” (Petrarca). Ed allora, non spiluccare tra i pasti ma rispettare i tre appuntamenti classici di colazione, pranzo e cena e, poi, di tutto un po’, ovvero la limitazione sia la prima misura (anche matematica ed aritmetica) da adottare.

Segua la scelta del questo sì, questo no; poco più di questo e, di quell’altro, poco meno: per esempio, ignorare gli apertivi e i numerosi antipasti, piluccare i primi piatti, non disdegnare i secondi accompagnandoli con verdure e non con generoso pane o grissini (questi ultimi, a volte, non spennellati con olio di oliva ma imburrati o con aggiunta di grassi). Fare una giusta comparazione tra primi, pietanze e sughi ed altri condimenti dei ristoranti, necessariamente più manipolati e grassi, rispetto a quelli di casa nostra. Diceva un dietologo del primo Novecento “spesso il ragù pesa più della pasta e dei tortellini che esso condisce”. La limitazione degli alcolici sia regola “aurea”: un bicchiere di vino è bene; due son troppi. Al massimo, si indulga all’aggiunta festiva di un altro mezzo bicchiere, tenendo presente che, dopo, ci saranno alti appuntamenti ”alcolici”: il brindisi (un flûte fornisce 80-100 kcal), l’amaro cosiddetto digestivo, l’ammazzacaffè, ecc. da cui, meglio è non farsi neanche tentare. Bevanda-base sia l’acqua. Diffidare da sostituti zuccherati poiché una ricerca scientifica eseguita su 70.000 svedesi, la cui dieta è stata monitorata, continuamente dal 1997 al 2019, ha concluso che “gli zuccheri liquidi delle bibite generano minor senso di sazietà rispetto a quelli in forma solida, per esempio, di dolci e pasticcini ed aumenta il rischio di essere colpiti da cardiopatie” (pubblicato su Frontiers in Public Health).

Il consiglio classico di non sedersi a tavola a stomaco vuoto viene attuato, spesso, in maniera contraddittoria quando, invece e, senza dubbio, è far precedere, quel “sedersi”, da un piatto di insalata (fresca, cioè non solo di recente frigorifero ma, possibilmente, a km. zero), senza aggiunta di sale ma solo una lacrima d’olio extravergine di oliva e, se gradita, una spruzzata di peperoncino. L’appuntamento con i dolci non rappresenti un problema. Ci guidi la prudenza e non la rinunzia. Un consumo occasionale e, pur sempre prudente – ha accertato la ricerca svedese di cui s’è detto – espone a minor rischio di malattie cardiovascolari rispetto a non consumarne affatto. Altro studio, pubblicato su JAMA Network Open 2023, su 405.528 adolescenti (età media 14 anni) associa, il consumo giornaliero di bibite analcoliche alla prevalenza di sovrappeso e obesità. Da evitare il ricorso ad “astinenza del previdente” ed a “penitenza del ravveduto”, cioè i digiuni di prima e dopo la crapula: ambedue controproducenti poiché, nel primo caso, si rischia di essere indotti al mangiare compensativo o premiante; nel secondo caso, a indulgere nei pasti successivi od a rispondere, con più facilità e autoassoluzione, al “mangiami-mangiami” di dolci o manicaretti che nascondono  300 o più kcal per 100 grammi. Infine – imperativo categorico – il dì di festa (e non solo) sia onorato da almeno una passeggiata a passo compatibilmente sostenuto oppure da una seduta generosa in palestra. Buon Natale.

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