Una mela al giorno
Caffè? Sì grazie, ma che sia espresso e buono
Due o tre tazzine al dì ed il rischio di sviluppare tristezza, malumore si riduce sensibilmente
Caffè? Sì, grazie ma che sia espresso e buono. La ricerca qualificata ultima (metanalisi di Frontiers in Nutrition, su 29 studi per un totale di oltre 422mila partecipanti) ci rassicura: 2-3 tazzine al dì ed il rischio di sviluppare tristezza, malumore si riduce sensibilmente, grazie alla capacità della caffeina di modulare la trasmissione dopaminergica, facilitare il rilascio di serotonina e la presenza di composti antinfiammatori e antiossidanti, come l'acido clorogenico e le catechine.
Nella tazzulella troveremo non solo felicità ma anche una fonte di energia che ricarica corpo e mente e un’esperienza multisensoriale in grado di influenzare anche le emozioni e il nostro comportamento, soprattutto per le preziose proprietà che la tazzina contiene.
Però quel caffè della sveglia che giunge solo-solo allo stomaco non fa bene. Esso deve essere accompagnato da qualche alimento e deve inserirsi in una buona prima colazione che rappresenti il 20% delle calorie dell'intera giornata (cioè, almeno 400 kcal). I salta-colazione – udite udite – rischiano l'aumento di peso corporeo.
Perché no al caffè a stomaco vuoto? Esso stimola la secrezione di succo gastrico (acido) conseguente alla produzione di gastrina.
La caffeina riduce la calcolosi della colecisti, stimolando l'assorbimento degli acidi biliari a livello intestinale ed epatico, protegge da infarto e ictus e… fa vivere a lungo purché bevuto nei limiti”.
Il caffè fa alzare la pressione? Uno studio dell’università di Bologna lo smentisce: “chi lo beve regolarmente ha valori «significativamente più bassi” (prof. Michele Bocci). La prof. Maria L. Muiesan presid. Società italiana di ipertensione arteriosa, precisa “Chi ha la pressione alta può bere un paio di tazzine di espresso (che va meglio dell’americano o dei lunghi) al giorno… esso contiene, caffeina e polifenoli e potassio pare abbia effetto favorevole sulla pressione… chi ha aritmie chieda prima al medico o cardiologo di fiducia”.
La caffeina è il costituente più noto del caffè, ma la bevanda contiene più di 100 componenti biologicamente attivi.
Uno studio decennale del prof. Giovanni Defazio, direttore neurologia università di Cagliari (laurea e carriera iniziata nell’università di Bari) ha testificato: 2/3 tazzine ritardano l’età d’esordio della malattia di Parkinson che, qualora si presenti, ha comunque una sintomatologia meno grave e più lenta evoluzione dei disturbi motori.
Ricercatori (dr Robin Poole e coll.) del Queen’s medical research institute, università di Edimburgo, dopo revisione di oltre 200 studi della letteratura mondiale, sul British Medical Journal, scrivono: “consumo moderato di caffè giornaliero “fa più bene che male” alla salute (controindicato nelle donne, in gravidanza o che hanno maggior rischio di frattura)… in conclusione, minor rischio di morte e di cardiopatie ma anche di alcuni tumori (prostata, endometrio, pelle e fegato), diabete tipo 2, epatopatie specie cirrosi, demenza”.
Buon 2-3 caffè a tutti ma non “a' tazzulella e' cafè ca' sigaretta” che suggerisce Pino Daniele. “’a sigaretta”, no e poi NO. Fa malissimo