«Ciarderie»
Stasera a mezzanotte orecchiette e birra
Tutto questo viene organizzato accuratamente per la vigilia di San Giovanni, domani 24 giugno
Buongiorno! Oggi 23 giugno, lunedì come ogni inizio settimana. Stasera a mezzanotte, orecchiette? Certamente. Birra? Più che mai!.
Per un anno intero aspettiamo di mangiare orecchiette, le cosiddette «strascinate». Dire strascinate è più coerente con la nostra cultura. La parola «strascinata» deriverà dal greco certamente,a significare nella costruzione che via via il linguaggio compie, «nata trascinandola».
E quindi qual è la miglior compagna per far riposare le orecchiette dopo che sono state trascinate sul tavoliere da donne esperte, soprattutto per la popolarità internazionale ormai acquisita? La birra! Sì, la birra. Una bevanda leggermente amara, ma dall’incredibile gusto dolce, tanto che viene bevuta anche senza motivo, soprattutto se la si beve come dicono i baresi «vicino alla bottiglia»!
Per chi non è di Bari potrebbe impressionarsi e pensare che sia una tortura cinese. Tranquilli, nulla di doloroso. Tutto questo viene organizzato accuratamente per la vigilia di San Giovanni, domani 24 giugno. Ma perché San Giovanni festeggia la vigilia e gli altri Santi no? Mai saputo. Di Santi sul calendario ne abbiamo tanti, però a Bari è così!
Per esempio, per festeggiare la birra ci sarebbe San acqua, ma nessuno la considera. Per esempio in Italia abbiamo avuto la Santa delle attrici San Dramilo, il Santo delle patatine San Carlo, il Santo degli alcolizzati, San Buca, il Santo degli uomini di polso, San Severo, il Santo di provincia, San Nicandro, il Santo di una zona Di Bari, San Paolo, il Santo dei fantasmi, Santo spirito, il Santo dei pirati, San Dokan, e da ultimamente è arrivato il Santo dei giocatori di boccia, San Giuliano.
Allora dovete sapere che Giovanni deriva da Vito. Un giorno Vito passeggiava davanti al portone del Comune di Bari e fu visto dall’assessore allo spettacolo che lo chiamò per farlo diventare un nome. Vito non si girava. L’assessore insistette chiamando: «Vito… Vito… Vito!». Niente. L’assessore aveva fretta di creare un nome e cominciò ad imprecare: «Oh San Giovanni!» Vito si girò e quindi diventò Giovanni.
Naturalmente, la fantasia è complice delle scemenze e delle libertà, specialmente per gli assessori, per cui uno vale l’altro e quindi o ti chiami Vito o Giovanni o Pasquale o Nicola, è sempre uguale.
Quello che garantisce la confusione assoluta è la fortuna di essere barese.
A questo punto devo ripetere i regolamenti baresi che ci contraddistinguono: «chi viene dietro chiude la porta», «chi sputa l’aria in faccia gli viene», «Come una cosa e l’altra», ma soprattutto «facciamo che si muore»! Auguri a tutti i Giovanni.