«Ciarderie»
Gli stinchi, i Santi e... il manicomio
Tutti buoni, tutti altruisti, tutti amici, tutti parenti, ma soprattutto tutti estranei, però contemporaneamente tutti Santi. Bene, sono contento però con questo «tutti» che voglio dire? Anch’io?
Buongiorno! Eccomi, sono qui con un po’ di ritardo. Avrei voluto esserci venerdì scorso, per fare gli auguri a tutti voi, «tutti Santi».
Tutti buoni, tutti altruisti, tutti amici, tutti parenti, ma soprattutto tutti estranei, però contemporaneamente tutti Santi. Bene, sono contento però con questo «tutti» che voglio dire? Anch’io?
Per quanto mi riguarda, posso garantire che io non sono né stinco, né santo. Dicendo così, mi metto a parte civile senza presunzione.
In verità, devo anche dire che il giorno dopo, cioè il 2 novembre, è stata pure la festa dei morti. Anche i miei.
Per morti, però io non intendo quelli che stanno al cimitero, bensì quelli che si credono vivi e invece sono morti che camminano, come fossero vivi solo perché respirano. Posso fare i nomi? Non basterebbe.
Il giorno prima hanno festeggiato tutti i santi, ma essendo morti come potevano pensare di essere stati vivi?
Con rispetto parlando, c’è da ricordarsi che la fissazione porta alla morte. Oh mio Dio che casino! Non si può stare mai tranquilli.
Mi sembra di stare non al cimitero, ma al manicomio.
Però è tutto normale e pensiamo a campare, tanto «chi sputa all’aria in faccia gli viene» e «chi viene dietro chiude la porta» e quindi è meglio andare a letto col culo gelato e non con un gelato in culo.
Pensandoci bene sarebbe una bella novità vendere gelati al cimitero, visto che il gelo è già presente.
Tanto tempo fa è morta Enza. Ero molto legato a lei perché era molto, molto dolce.
Per questo motivo ho pensato di farla cremare.
Ho chiesto un preventivo e mi hanno sparato un sacco di soldi.
Farla cremare mi sarebbe stato difficile e quindi l’ho fatta parzialmente cremata!
Dopo qualche giorno mi sono reso conto però che Enza è morta proprio perché l’ho fatta cremare. Ho pianto per circa 10 minuti, come di solito si fa quando muore qualcuno e poi ho pensato di consolarmi, pensando che è solo una canzone e che dopotutto non è morto nessuno!
Frase stupida, sentita da qualche saggio presuntuoso e spiritoso.
È la solita canzone oppure «beh che dopotutto nella vita non è stato proprio un santo!»
Vabbè, lasciamo perdere, anche perché quando morirò io, sicuramente qualcuno dirà: «E allora? Vi siete divertiti? Mò basta!»
Comunque, per la mia maniera di essere timido, sulla mia lapide se qualcuno guarderà la mia foto scriverò così: «Che caxxo guardi?!»
Torniamo al punto: non posso non ricordare i Santi a cui sono più legato che sono proprio tanti.
C’è San Severo, San Nicandro, San buca, San Dramilo, San Benedetto del Tronto, Santo Spirito, Palese, San Pellegrino, San Bitter, Santa Maria di Leuca, San Dokan e Santamato via Manzoni 145.
Auguri a tutti, anche agli stranieri, alti, bassi, lunghi, corti, ricchi e poveri, papà, mamma, piccola sorella, grande fratello, amici, barese, Leccese, Emiliano, tutti quelli di Torre Tresca e su tutte le ruote, isole comprese.
Auguri di cuore ma soprattutto «ciao mondo».