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Il caso
Federica Marangio
16 Settembre 2020
Ultimi giorni in spiaggia. E se il mare si presenta cristallino e limpido come nel più caldo dei mesi, non può dirsi lo stesso per i registratori di cassa dei commercianti che, nonostante le asperità affrontate, chiudono con un – 25%. La stagione turistica ha faticosamente gestito un’estate anomala, risentendo fortemente dell’assenza di stranieri. Contingentare gli ingressi, ridurre il personale, consentire la sosta rigorosamente negli spazi all’aperto ha penalizzato non di poco i commercianti, le loro strutture e molti dei dipendenti che sono rimasti a casa e alla cui mancanza si è dovuto sopperire garantendo turni estenuanti da parte del personale presente. Un primo bilancio al netto delle spese, come si diceva, li vede registrare all’unanimità una ripresa nei mesi di luglio e agosto per il computo dei singoli mesi anno per anno, dopo lo sfacelo del mese di giugno che si era chiuso con un – 90%. Un recupero lieve a luglio e agosto, ma non si raggiunge il 100% degli introiti soliti. – 25% è la media in perdita dell’indice generale. “Torre Lapillo chiude con incassi disastrosi”. Lo afferma chi conosce il trend estivo oramai dal 2004. Se da una parte i commercianti nutrono poche speranze rispetto al prossimo anno che vedono a tinte fosche, dall’altra non la pensano tutti allo stesso modo. Alcuni di loro confidano nella possibilità di ripresa, visto che “un anno così negativo non si era mai visto”. Un po’ come se peggio di così non si possa neanche ipotizzare. Ad aggravare la situazione, il traffico, nota dolente che ha comportato ingorghi anche nelle arterie che prima di quest’anno rimanevano sgombre. “Così, sostare velocemente in un supermercato era praticamente impossibile”. Tra le affermazioni di malcelata disapprovazione per una cattiva gestione della marina quasi abbandonata a se stessa, nonostante il pagamento delle imposte, il malcontento raggiunge altissimi livelli a proposito della politica delle urgenze. “I problemi qui si risolvono per interventi d’urgenza. Ahimè, non siamo destinatari di una politica di sviluppo territoriale che includa e preveda Torre Lapillo”. Scoraggiati per la congiuntura economica dovuta alle misure di contrasto al Covid-19 si apprestano a chiudere i battenti in attesa di un anno migliore. Che, poi, stando ai numeri, migliore di questo, fatti gli scongiuri per l’imprevedibile Coronavirus che ha paralizzato il mondo, non dovrebbe essere poi così difficile.
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