Agil@mente
Risveglio del femminile
Identità femminile oltre gli stereotipi, una dimensione arcaica, intuitiva, creativa e non addomesticata del femminile.
Quando una donna è libera, risveglia il suo potere. Il suo spirito originario, l’archè di specie, un femminile arcaico non costruito socialmente, la fa sentire connessa con la profondità del proprio sentire. Si sente libera di essere profondamente sé stessa, senza i condizionamenti dei ruoli che lei stessa percepisce come etichette o come riflessi delle attribuzioni sociali.
Sono numerosi i messaggi sulla donna che stanno emergendo da scritti, regie di film, libri e articoli, i quali -andando oltre una narrazione di genere che disegna troppo spesso la donna vittima di stereotipi o di violenze-, manifestano l’essenza del carisma femminile. Donne che corrono coi lupi (Clarissa Pinkola Estés), è uno dei libri che tratta bene questa riflessione anche grazie agli archetipi e all’inconscio collettivo di Carl Gustav Jung. Sulla stessa scia i film e gli spettacoli teatrali “femministi” di Monica Guerritore che riflettono il risveglio del potere femminile, tra cui “Inganno” (Netflix, 2024) in cui a ritrovarsi è una donna di sessant’anni e “Anna” sulla Magnani che è una figura femminile “indomita e scomoda”, un modello di autenticità, forza e integrità molto in linea con il risveglio del femminile oltre i ruoli convenzionali, che la Guerritore offre alle donne delle nuove generazioni.
La donna madre, la donna moglie, la donna figlia, la donna come curatrice, balia, padrona, custode, generatrice, accudente, aggraziata, come modello perfetto di dedizione e accudimento, rischia di ridurre la molteplicità delle configurazioni interne dell’anima e della psiche femminile. Ad essa si vanno accostando sempre più, integrandosi, gli aspetti più arcaici ma necessari come l’intuito, l’intelletto, il pensiero laterale, la libertà, la creatività, la tenacia, la forza, la passione, lo spirito battagliero e avventuroso, l’integrità, la naturalezza, la bellezza selvatica, come l’archetipo della natura selvaggia. Numerose rivisitazioni di storie classiche, hanno già tentato l’impresa, a volte deludendo i nostalgici, ma anche sorprendendo i dormienti. Frozen, Oceania, Mulan, Ribelle, Encanto, Cenerentola, Biancaneve, Barbie, Shrek, Raya, riletture moderne o versioni originali rivalutate in chiave emancipativa: non si tratta di una moda passeggera, ma del bisogno di un risveglio del femminile e della visione comune. La donna ha un patrimonio che non può essere strumentalizzato o usato come ago della bilancia di squilibri epocali. Non è nata per sostenere le incongruenze e le disfunzioni del fallimento evolutivo antropologico e psicosociale. E quando lo fa smarrisce la propria identità di genere, abdicando di conseguenza anche ai propri ruoli stigmatizzati.
La donna è innanzitutto un linguaggio fatto di parole sempre nuove, di stimoli al cambiamento, di rivoluzione e progresso, di ricerca, di crescita. Il bisogno delle nuove generazioni – soprattutto di genere femminile - di affermare la libertà nasce dalla necessità di sopravvivere restando autentiche e fedeli al proprio essere e al proprio sentire. Rifuggono gabbie dorate, fatte da posizioni stabili (lavoro, matrimonio, famiglia) e inganni camuffati da sogni. Conoscono il prezzo di tradire sé stesse e hanno deciso di non pagarlo. Cercano coerenza e autenticità e rifuggono da scelte e situazioni in cui è necessario scendere a compromessi. Il sistema attuale non presenta strade alternative ai punti di svolta che segnano l’età adulta, ma non per questo esse accettano di adattarsi a quelli già tracciati. È in corso una ridefinizione delle priorità e delle scelte che decidono il futuro per molti nuovi adulti e forse è un bene, se questo serve a disegnare nuovi scenari in cui realtà, salute e benessere sono allineati e non bisogna dissimulare o fuggire per sentirsi meno soli, anche con sé stessi, perché diventati estranei alle proprie regole, ai propri bisogni e al proprio sentire autentico e intimamente validato.