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8 marzo, solo la reale libertà di scegliere restituisce dignità e bellezza alla donna

Emanuela Megli

Cosa augurare nella giornata internazionale della donna? L’alleanza tra i sessi, ad ogni livello

BARI - Aggirandomi tra le strade e le piazze della città, guardo sempre la gente e tra le tante donne con i bambini tenuti per mano, mi chiedo quante scienziate, astronaute, politiche, manager, imprenditrici, scrittrici mancate si nascondano tra esse.

Non lo saprò mai.

E non perché sia necessario diventare qualcuno per essere persone felici e degne di stima e ammirazione, ma semplicemente per sapere se tra di loro ci fosse qualcuna che avrebbe potuto e voluto e invece che ha dovuto smettere di sognare, che non ha avuto la possibilità di scegliere.

Qualcuna il cui sguardo rimane spesso perso nel vuoto, come sospeso, che anche se ha desiderato essere moglie e madre, avrebbe voluto dare sviluppo anche a quella parte della sua personalità che avrebbe potuto esprimere valore nella ricerca scientifica o nella crescita economica, sociale e politica del Paese e dell’umanità.

Donne che non hanno scelto, che magari - per sensibilità - non se la sono nemmeno posta la domanda, perché stando alle evidenze, la necessità della loro presenza nella famiglia è sempre risultata imprescindibile. Una presenza contro un’assenza assoluta, del partner che malgrado la scelta comune, poi si è spesso sfilato dal progetto famigliare considerando prioritario il suo ruolo di breadwinner e di sostentamento economico del nucleo famigliare. È più difficile rischiare di far carriera in due, poiché in quel caso entrambi i partner devono ridimensionarsi, per dedicarsi in modo simultaneo e paritario al management domestico e famigliare, offrendo presenza di qualità e cura, rispetto ai bisogni di affetto che i figli necessitano. È più faticoso tornare a casa dopo il lavoro e prendere “servizio” nel ruolo genitoriale, invece che potersi sentire giustificati a rilassarsi, per il duro lavoro svolto fuori di casa. Mentre per chi lavora solo “in casa” (anche se con gli aiuti di personale domestico), o sia dentro che fuori di casa, il lavoro non ha mai fine. Ed è così che spesso, dietro l’evidente necessità di ri-equilibrio tra i sessi nei ruoli e nei carichi di cura, l’uomo avanza in una realizzazione soprattutto sociale e professionale e la donna rimane l’angelo (mancato) del focolare, costretta spesso a tradire sé stessa e i propri bisogni e sogni di realizzazione.

Ecco perché siamo ancora sottorappresentate nelle amministrazioni, in politica, nei ruoli apicali di imprese pubbliche e private. Perché oltre al peso personale di un’energia limitata, c’è la responsabilità di esserci nelle progettualità famigliari, che spesso da icona d’amore, si trasformano in taciti e scorretti compromessi che oggi non reggono più e generano crisi a più livelli, personali, coniugali e famigliari.

Cosa augurare nella giornata internazionale della donna? L’alleanza tra i sessi, ad ogni livello, che non è compromesso, che non è promessa di un potere condiviso, che non è protezione, che non è sostentamento economico della donna e della famiglia, che non è conquista e garanzia di acquisizione dello status sociale ed economico, ma è la libertà di scelta, è la lealtà nella condivisione del progetto di vita comune, che si realizza con il concorso equo delle parti.

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