Agil@Mente

Quella solitudine che distorce il senso della vita

Emanuela Megli

Gli eroi dell’amore sono la risposta al bisogno di comunità

Siamo una comunità. E sentirci soli e abbandonati, ci porta a distorcere il senso della vita e a perdere il motivo della nostra esistenza con tutte le conseguenze che ne derivano. Ce lo raccontano i numeri dei suicidi, come l’ultimo di una donna barese di 70 anni, il calo delle nascite, i conflitti relazionali e mondiali, i sentimenti negativi e l’aggressività che animano le persone e le dichiarazioni di coloro che popolano la scena del teatro mediatico. Invidie, gelosie, competizione, mito dell’apparire, rincorsa di ogni forma di potere per esercitare il culto dell’ego, oscurano i sentimenti e le emozioni più dolci e più nobili, come la gratitudine, la bontà, la gentilezza, il perdono, l’amore, la gioia, la solidarietà, l’altruismo, la prosocialità. Le virtù eroiche di uomini e donne spesso passati inosservati, che hanno fatto la storia, che hanno speso le proprie vite, sacrificando tempo ed energie, per un bene più grande: il bene comune. Ecco cosa si festeggia il 1° novembre, almeno nella tradizione italiana e cristiana, i santi non ancora (o che non saranno mai) riconosciuti dalla Chiesa Cattolica, ma che nella loro vita si sono spesi per la causa delle cause, l’amore incondizionato, lasciando un segno e creando intorno a sé comunità, reti di relazioni.

Secondo alcuni esperimenti condotti in campo psicologico l’altruismo si connota grazie alla capacità di fare del bene senza aspettarsi niente in cambio (Robert L. Trivers ‘70). Alcuni studi hanno dimostrato che il richiamo ad aiutare gli altri in condizioni di pericolo, spinge alcune persone eroiche ad intervenire anche a rischio della propria incolumità. Quindi senza una ricompensa (in termini di autostima, risultato, riconoscimento), ma anzi con la possibilità di mettere in pericolo se stessi e la propria persona. Cosa smuove l’eroismo presente in tutti noi? Al di là delle componenti psicologiche e neurologiche, sono spesso i valori associati ad un modello di vita spirituale che movimentano il desiderio di andare oltre l’io. 

Il bisogno di infinito è ciò che si manifesta nelle culture in cui ispirarsi a modelli, santi o eroi, indica il bisogno di introdurre la dimensione trascendente, che va oltre il materiale e che grazie ai valori, crea le condizioni per avanzare e crescere, non in una logica di performance, di risultato in vista di una scalata al potere economico e sociale, ma in una dimensione di conoscenza interiore ed esteriore, di sentimento, di emozione, di realizzazione profonda della natura umana, in tutte le sue dimensioni e complessità, inclusa quella intima e spirituale.

In quest’ottica, possiamo ricordarci di quegli esempi ordinari e di tutte quelle persone che conosciamo che creano e diffondono valore, contribuendo ad una forma di ricchezza che non è monetaria, ma è fatta di tempo, di parole, di gesti che generano relazioni forti, legami. Persone, come noi - che talvolta siamo anche noi-, che si offrono per risolvere problemi, per ascoltare, per accogliere momenti di gioia o di sofferenza, che non sono solo tentativi di edulcorare la realtà, ma che si coinvolgono nelle situazioni, sentendole proprie. Un modo di fare che effonde amore e genuinità dentro e fuori le mura di casa propria, superando le proprie prigioni interiori ed esteriori e costruendo una comunità d’amore, dove i legami cambiano la concezione di famiglia, abbracciando quella dell’umanità.

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