TARANTO - Lavoro, Palestina, libertà. Sono solo alcuni dei temi toccati da Michele Riondino sul palco dell'Uno Maggio Libero e Pensante di Taranto. Il regista e attore, direttore artistico dell'evento con Diodato e Roy Paci, ha proclamato alcuni articoli della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino, dichiarata a Versailles nel 1789, e quella della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948. «Nessuno ha diritto di toglierti i tuoi diritti. Se 236 anni fa era già chiaro a molti quali fossero i nostri diritti fondamentali, che cos'è andato storto? Che cos'è andato storto se per tanti uomini e donne la parola lavoro è ancora sinonimo di oppressione e schiavitù? Che cos'è andato storto se la protesta, la critica vengono punite come azioni sovversive?»
Poi il riferimento a tre operai morti sul lavoro il 25 marzo scorso a Orvieto, Pordenone, Napoli: «Daniel, Umberto e Nicola: sono le ultime tre vittime del lavoro, gli ultimi tre nomi sulla lista. Ma i lavoratori deceduti in questi primi mesi dell’anno hanno già superato quota 300. Daniel, Umberto e Nicola vanno moltiplicati per cento. Cosa è andato storto?».
«Forse sono io pazzo, nuovi diritti hanno preso il posto di quelli vecchi. Il diritto nuovo di lasciare liberi i criminali di guerra, di manganellare i manifestanti, di reprimere ogni forma di resistenza non violenta».
Riondino ha poi ricordato il dramma dei migranti, la morte di 94 persone (tra loro 30 bambini) che cercavano di raggiungere la spiaggia di Steccato di Cutro, quando si parlò «di omissione di soccorso, di strage evitabile». L’artista ha criticato la premier Meloni sostenendo che all’epoca organizzò «proprio a Cutro una delle conferenze stampa più imbarazzanti di sempre» e partecipò alla festa dei 50 anni del ministro Salvini e fu organizzato anche «un karaoke, cantando La Canzone di Marinella che racconta la storia di una ragazza che affoga». Una storia «che più di tutte serve a spiegare il macello morale in cui siamo finiti. Ecco il nuovo diritto: l'aggettivo sobriamente vale solo in alcuni casi e solo per qualcuno, sicuramente antifascista».
«L'equilibrio tra tecnologia e realtà è già compresso - ha continuato - Le macchine in qUno Maggio Tarantouesto momento stanno scrivendo poesie, musica, stanno girando un film».
Non è mancato il riferimento al genocidio in Palestina. «Mi viene in mente la parola Zanana. A Gaza significa anche drone. Perchè il ronzio dei droni israeliani è diventato un sottofondo costante, la guerra chirurgica ha prodotto oltre 50mila vittime a Gaza. Questo ci dà diritto di usare e ripetere la parola genocidio?». «Non ci possiamo permettere - ha ribadito - di usare termini giusti forse perchè tacitamente abbiamo già adottato il diritto di raccontare la storia in un mondo più asettico, più freddo, più affine a un mondo disumano. Un ministro, un presidente non può arrecare danno a un essere umano, non può permettere che a causa di un suo mancato intervento un essere umano riceva danno. Ogni individuo ha diritto alla vita».
La festa tra musica e denuncia
L’esibizione di Chiara Bevilacqua, in arte Acquachiara, cantautrice romana classe 1999, cresciuta tra musica e teatro, vincitrice nel 2024 del contest Music For Change, Acquachiara con il brano Piacere, Sofia, ha aperto l'edizione 2025 del concertone dell’Uno Maggio Libero e Pensante di Taranto. Un evento di musica e denuncia organizzato dall’omonimo Comitato di cittadini e lavoratori che fu fondato da operai dell’ex Ilva nel 2012 dopo il sequestro degli impianti. Il concertone, che si tiene come di consueto, nell’area del parco archeologico delle mura greche, quest’anno è dedicato a Massimo Battista, ex operaio Ilva, tra i fondatori del Comitato che organizza il concertone, morto il 7 ottobre del 2024, stroncato da un tumore.
La conduzione è affidata ad Andrea Rivera, Martina Martorano, Serena Tarabini e il cantautore polistrumentista Naip. Sul palco sono saliti per un breve intervento i tre direttori artistici Michele Riondino, Antonio Diodato e Roy Paci per ricordare il significato dell’Uno Maggio Libero e Pensante che, partendo dalla situazione particolare di Taranto, «si allarga a una visione universale che riunisce gli attivismi di tutto il mondo».
La novità di quest’anno è l’idea di trasformare il concerto in un evento che ricordi gli storici raduni internazionali, con ospiti come Tommy Cash, il performer estone direttamente dall’Eurovision Song Contest e con le nonne di Ostuni pronte a ballare sulle note di Espresso Macchiato, per approdare al Riva Starr, dj e producer napoletano all’anagrafe Stefano Miele, trapiantato a Londra, con ha all’attivo remix di artisti come Gossip, Estelle e Usher. Insieme a loro la Line-Up si popola di Paolo Rossi, Giancane, Il Teatro degli orrori, Pop X, Lamante, Motta e la sua band, Fido Guido & Rockin'Roots Band, Denaldo, La Nina, Mille, Ascanio Celestini, Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo e Acquachiara, vincitrice di Musica Contro Le Mafie. La musica si alternerà agli interventi di attivisti provenienti da ogni parte d’Italia.
L'OPERAIO EX ILVA: "NON SOTTOSTIAMO AL PADRONE"
«Le cose le dobbiamo pretendere, dobbiamo pretendere di avere un lavoro dignitoso e una vita dignitosa. Per loro, per chi ci comanda, noi dobbiamo fare silenzio, dobbiamo obbedire al padrone. Quello mi è stato detto ieri durante una delle presentazioni del mio libro Malesangue (a cui ha partecipato il commissario di Adi in As Davide Tabarelli, ndr). L’unica cosa che ci è rimasta è la dignità e quella non ce la possono togliere, ci devono ammazzare per toglierci la dignità». Lo ha detto Raffaele Cataldi, operaio di Ilva in As e autore del libro Malesangue, intervenendo durante il concertone dell’Uno Maggio Libero e Pensante di Taranto insieme a un portavoce del Collettivo di Fabbrica ex-GKN di Campi Bisenzio, che ha ricordato l’impirtanza delle alleanze nelle lotte, e al direttore della casa editrice Alegre Gulio Carella. Sul palco è stato esibito lo striscione 'Mai più con il cappello in manò, mentre il pubblico scandiva lo slogan 'Taranto Liberà.