TARANTO - Nel corso del Consiglio comunale di Taranto - durante la discussione sul bilancio - ci sono stati forti momenti di fibrillazione tra il consigliere comunale e regionale di Italia viva, Massimiliano Stellato e Luigi Abbate (Taranto senza Ilva, consigliere civico di opposizione).
I due hanno litigato pesantemente alzando la voce: tra le urla di «Vergogna» e «Non alzarmi le mani» i due sono arrivati allo scontro fisico quasi, ed è intervenuta la polizia locale per sedare la discussione. La bagarre è continuata tanto da spingere alla sospensione del consiglio. Ecco le immagini.
Il bilancio è stato poi approvato con 16 voti a favore, ma sono emerse ancora spaccature nella maggioranza. Il sindaco Rinaldo Melucci ieri si è autosospeso da Italia Viva, ma ai partiti alleati di centrosinistra questo non è bastato, tanto che le rispettive segreterie avevano dato indicazioni ai consiglieri di riferimento di non votare il bilancio.
La segretaria provinciale del Pd Anna Filippetti afferma che "il voto del bilancio di oggi dimostra che il sindaco Melucci non ha più la maggioranza per governare la città. Anche se il bilancio è passato, i 17 voti necessari per governare non ci sono. In più appare evidente che i tre transfughi del centrodestra sono stati fondamentali per l’approvazione. Il ribaltone politico - aggiunge - si è compiuto. Il centrosinistra è all’opposizione, da oggi Taranto è un’amministrazione arcobaleno dove destra e 'sinistrà si fondono».
Il coordinatore regionale del movimento «Con», Michele Boccardi, e il coordinatore provinciale di Taranto, Francesco Falcone, hanno invece annunciato che i consiglieri Fiusco e Lo Muzio, che hanno votato a favore del bilancio, contravvenendo alle indicazioni dei vertici del partito, «da oggi sono formalmente fuori dal nostro movimento».
Intanto il Consiglio comunale di Taranto dà l’ok al bilancio di previsione 2024/2026 con sedici voti a favore, otto invece i contrari e tre gli astenuti. La mancata approvazione dello strumento di programmazione finanziaria avrebbe comportato lo scioglimento della massima assise cittadina. Il sindaco Rinaldo Melucci resta in sella nonostante la crisi in maggioranza e l’indicazione delle segreterie di alcuni partiti di centrosinistra, come il Pd, a non votare il bilancio prima di un definitivo chiarimento con il primo cittadino.
Nella coalizione si è creata una spaccatura dopo che Melucci aveva allargato la maggioranza a Italia Viva, partito al quale ha aderito dopo aver abbandonato il Pd. Ma Melucci, rispondendo alla richiesta delle segreterie regionale dei partiti alleati di "ripristinare la maggioranza originaria», nei giorni scorsi ha azzerato la giunta e i Cda delle società partecipate e ieri ha annunciato di aver «provveduto a sospendersi da ogni impegno con Italia Viva, nell’interesse esclusivo della città».
Contestualmente quattro consiglieri su sei che avevano aderito a Italia Viva, che era diventato nel frattempo il gruppo consiliare più nutrito, hanno comunicato di essere tornati nelle liste civiche in cui erano stati eletti a giugno dello scorso anno. Oggi si sono espressi per il Sì al bilancio lo stesso sindaco Melucci, i due consiglieri rimasti di Italia Viva (Massimiliano Stellato e Carmen Casula), il consigliere del Psi che era passato all’opposizione (Paolo Castronovi), tre consiglieri del Pd (Boshnjaku, De Martino e Papa), due consiglieri del movimento «Con» (Lo Muzio e Fiusco) e altri di liste civiche (Illiano, Patano, Tribbia, Brisci, Brignolo, Pittaccio e Mazzariello). Contrari due consiglieri del Pd (Di Gregorio e Lonoce), il consigliere del M5S (Odone), il consigliere di Europa Verde (Lenti), un indipendente (Liviano) e tre consiglieri di minoranza (Francesco Battista, Abbate e Di Cuia). Astenuti due consiglieri del movimento Con (Bitetti e Fornaro) e il consigliere della lista Una strada diversa (Contrario).