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Taranto, la Festa dei Popoli colora la Concattedrale: un ponte per la pace

 
Giacomo Rizzo

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Giacomo Rizzo

La celebrazione, animata dalla Corale Diocesana del Rinnovamento nello Spirito, è organizzata dall'Ufficio Migrantes di Taranto

Domenica 14 Maggio 2023, 17:57

17:58

TARANTO - Un tripudio di sorrisi e di bandiere colorate, di abbracci, di canti e di testimonianze. Tutto questo è stata la Festa dei Popoli diocesana 2023, manifestazione organizzata dall’Ufficio diocesano Migrantes che, giunta alla diciannovesima edizione, si è svolta nella Concattedrale “Gran Madre di Dio” di Taranto. Uno spazio di dialogo tra diverse culture e tradizioni che promuove la convivenza cordiale e la reciproca integrazione. Momento clou è stata la funzione eucaristica presieduta da don Gino Romanazzi, delegato dall’arcivescovo Filippo Santoro, concelebrata da sacerdoti di diverse etnie presenti nella diocesi: ucraina, polacca, srilankése, albanese, eritrea, congolese.

Nella celebrazione, animata dalla Corale Diocesana del Rinnovamento nello Spirito, i presenti hanno espresso la propria fede con i loro suoni e le loro tradizioni. Per il Comune di Taranto ha partecipato alla manifestazione l’assessore Francesca Viggiano, indossando la fascia tricolore.

In seguito i partecipanti hanno visitato gli stand culturali allestiti nello spazio antistante la chiesa, con la degustazione dei prodotti tipici preparati dalle varie etnie, e assistito a performance con canti e musiche etniche, intercalate da testimonianze vissute.

La Festa dei Popoli diocesana quest’anno ha come tema “Liberi di scegliere se migrare o restare”, quello indicato da Papa Francesco per il suo messaggio in occasione della 109ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si celebrerà domenica 24 settembre.

«L’intenzione del Pontefice – ha spiegato Marisa Metrangolo, direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes, annunciando l’evento – è stata quella di promuovere una rinnovata riflessione su un diritto non ancora codificato a livello internazionale: il diritto a non dover emigrare, ossia – in altre parole – il diritto a poter rimanere nella propria terra».

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