Con il grande falò nella periferia del paese, a Zollino, con Calimera, Carpignano, Castrignano, Corigliano, Cutrofiano, Martano, Martignano, Melpignano, Sogliano, Soleto, Sternatìa, centro della Grecìa Salentina, ieri sera si è rinnovato il tradizionale rito del fuoco. In migliaia sono accorsi attorno alla pira simbolo di catarsi ed accensione dell’inverno, che con la sua barriera infuocata, nell’immaginario collettivo, serve a scacciare la malasorte. Giunta alla 44esima edizione, la Festa, detta “te lu focu”, si è svolta in largo Lumardu, fra giochi di strada, trampolieri, racconti in “griko”, il dialetto neo-greco parlato dagli anziani ed oggi anche dai giovani, stand gastronomici e dell’artigianato locale. Fra i prodotti gastronomici, il pane tipico di Zollino, una sorta di focaccia detta “scèblasti” ed il gustoso legume “pisello nano”, e per l’artigianato, i manufatti in legno di olivo e le innovative stufe in ferro dell’84enne Giovanni Pellegrino, per via delle numerose invenzioni, conosciuto come “Il MIchelengelo di Zollino (suoi anche i “forconi” per smuovere la terra da coltivare senza sforzo). E come avviene in ogni Festa, non è mancata la musica. Fra gli applausi, con il repertorio di musica tradizionale salentina, si sono esibiti i Cunservamara, e nel trentennale della carriera, i Folkabbestia. Dal 2019, la Festa “te lu focu”, organizzata dall’omonima Associazione, con il patrocinio di Comune e Grecìa Salentina e la collaborazione di “Esterno Notte”, è inserita nel registro della Regione Puglia dedicato ai rituali del fuoco.
Nel paese del Salento si rinnova il rito ancestrale di “te lu focu”, cuore ardente della Grecìa Salentina
Lunedì 29 Dicembre 2025, 16:02















