Una seconda possibilità, ma anche una nuova famiglia. È la storia del piccolo lupo Giò, cucciolo maschio ritrovato lo scorso 25 giugno in condizioni disperate nelle campagne del Salento, in provincia di Lecce. Solo, sottopeso, anemico e privo di forze, il lupetto è stato salvato grazie al tempestivo intervento del Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) di Calimera, che ha avviato un delicato percorso di riabilitazione.
Per oltre un mese, il centro ha seguito Giò con attenzione, con l’obiettivo di restituirgli salute e forza. Le cure hanno dato i loro frutti: il cucciolo ha iniziato a prendere peso e a mostrare segni incoraggianti. Tuttavia, del suo branco nessuna traccia. E in natura, un cucciolo senza il proprio gruppo è condannato a non sopravvivere.
È qui che entra in gioco la rete nazionale della conservazione: dopo una valutazione con esperti e centri specializzati, il 31 luglio Giò è stato trasferito al Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica di Monte Adone, sull’Appennino emiliano, grazie al supporto del Reparto Operativo del Raggruppamento Carabinieri CITES e del Servizio Veterinario dell’Arma dei Carabinieri.
Ad attenderlo al suo arrivo, una sorpresa inaspettata ma fondamentale per il suo sviluppo: una cucciola della sua stessa età, che è diventata la sua "sorellina" di gioco, e una lupa adulta, che funge da madre adottiva. Dopo una notte di isolamento per l’ambientamento, Giò è stato inserito nel nuovo piccolo branco, dove ha subito instaurato un forte legame con la cucciola. I due sono stati osservati mentre giocano e interagiscono, imparando l’uno dall’altro — un comportamento essenziale per un lupo che vuole tornare a vivere libero.
Il CRAS di Calimera, punto di riferimento in tutto il Salento per la fauna selvatica, ha giocato un ruolo determinante in questa storia di rinascita. Il suo intervento, in sinergia con enti nazionali come Hic Sunt Lupi, il personale del Centro Monte Adone e le forze dell’ordine, ha permesso al piccolo Giò di iniziare una nuova vita, rispettando la sua natura e coltivando la speranza del reinserimento in libertà.
Una storia che parte dal Salento e attraversa l’Italia, ricordando a tutti l’importanza della collaborazione per la tutela dell’ambiente e della fauna.
Come recita una citazione emblematica legata al progetto:
“Dobbiamo fare rete il più possibile per non permettere agli stolti di distruggere il pianeta.”