LECCE - Paura nella residenza universitaria «Ennio De Giorgi», dove vivono 108 studenti. Intorno alle 17 del pomeriggio è crollato il solaio della «Palazzina A» di via dei Salesiani 2. Un crollo che ha provocato la protesta di Link Lecce e Rete Puglia, che denunciano la mancanza di interventi strutturali a favore della sicurezza delle residenze.
L'area interessata al crollo era da tempo stata dichiarata inagibile ed era già stato limitato l’accesso, ma l'intervento si è limitato a quello. «Non basta impedire l’accesso alle aree a rischio - denuncia Gabriele Grasso, consigliere di amministrazione Adisu Puglia per la sede di Lecce ed esecutivo regionale della Rete della Conoscenza Puglia - bisogna mettere in sicurezza le residenze con interventi strutturali che mancano invece da moltissimo tempo».
«Nel territorio leccese si sta mettendo in campo un grosso investimento, soprattutto di immagine, sul tema della residenzialità studentesca con nuove residenze e nuovi posti alloggio. Alle prospettive di investimento futuro però - dichiara Laura Perrone, coordinatrice di Link Lecce - non si può associare un disinteresse per le strutture già esistenti».
«Il crollo di oggi ci riporta indietro di anni rispetto alla narrazione che la Regione ha messo in campo sul diritto allo studio e la residenzialità universitaria - dichiara Margherita Coccioli di Link Lecce - non si può parlare di Puglia Regione Universitaria se poi nelle residenze, abitate quotidianamente dalla popolazione studentesca, le condizioni di vita sono spesso critiche. Bisogna individuare delle soluzioni che mettano gli studenti e le studentesse nelle condizioni di accedere a servizi di qualità, a partire dagli spazi che vivono ogni giorno».
«Quanto successo questo pomeriggio non può lasciarci indifferenti - continua Udu, l'Unione degli universitari - la sicurezza degli studenti e delle studentesse deve essere una priorità. È inaccettabile che prima di poter vedere l’intervento di Adisu Puglia sia necessario attendere che la situazione degeneri al punto tale da mettere a rischio la vita dei ragazzi che abitano le sue strutture».