Meloni: «Ho ricevuto un avviso di garanzia da Lo Voi per Almasri». Indagati anche Piantedosi, Nordio e Mantovano. Anm: «Nessun avviso, la politica ha frainteso»
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Redazione online
La presidente del Consiglio pubblica un video sui suoi canali social in cui mostra l'avviso di garanzia e ripercorre il caso del ricercato libico rimpatriato. Gli atti al Tribunale dei ministri
Martedì 28 Gennaio 2025, 17:30
20:58
«La notizia di oggi è questa il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino Almasri avviso di garanzia inviato anche al ministro Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano presumo al seguito di una denuncia che è stata presentata dall'avvocato Luigi Li Gotti ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi».
Lo annuncia la premier Giorgia Meloni in un video.
«Io penso che valga oggi quello che valeva ieri, non sono ricattabile non mi faccio intimidire è possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione. A testa alta e senza paura». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video diffuso sui social nel quale ha annunciato di avere ricevuto un avviso di garanzia per il caso Almasri.
«Ora i fatti sono abbastanza noti la Corte penale internazionale dopo mesi di riflessione emette un mandato di arresto internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli, curiosamente la Corte lo fa proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che per 12 giorni aveva serenamente soggiornato in altri tre Stati europei».
Momenti di tensione si sono registrati nell’Aula della Camera dopo la notizia dell’avviso di garanzia a Giorgia Meloni. Nicola Fratoianni (Avs), che stava parlando delle mozioni sul Medio Oriente, ha introdotto il tema suscitando le proteste della maggioranza. «Consiglierei un pò di relax ai colleghi della destra. Io parlo di quel che voglio. La notizia di un avviso di garanzia al presidente del Consiglio, ai ministri di Interni e Giustizia in relazione al caso Almasri è perfettamente attinente». «E infatti non le ho tolto la parola...Colleghi per favore, vi prego...», è intervenuto Giorgio Mulè cercando di riportare la calma in Aula.
Gli atti al tribunale dei ministri
«In relazione all'indicato procedimento gli atti sono stati inoltrati al collegio per i reati ministeriali del tribunale dei ministri». Lo si legge nella comunicazione di "iscrizione nel registro delle notizie di reato", firmato dal procuratore Francesco Lo Voi, nei confronti della premier Giorgia Meloni, dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano.
I fatti
Almasri viene arrestato a Torino il 18 gennaio. Dopo 96 ore, però, è scarcerato: l'arresto non viene convalidato e il criminale viene accompagnato all'aeroporto di Caselle, fatto salire su un volo di Stato insieme alle sue guardie del corpo armate e riportato a Tripoli. Qui viene accolto e portato in trionfo tra grida di scherno nei confronti dell'Italia.
Almasri, secondo i giudici della Corte penale internazionale, "ha picchiato, torturato, sparato, aggredito sessualmente e ucciso personalmente detenuti, nonché ha ordinato alle guardie di picchiarli e torturarli". Nel carcere di Mitiga, da lui diretto, al febbraio 2015 sono stati uccisi almeno 34 detenuti e 22 persone, compreso un bimbo di 5 anni, hanno subito violenze sessuali dalle guardie.
Anm, nessun avviso garanzia, la politica ha frainteso
«Si segnala, al fine di fare chiarezza, il totale fraintendimento da parte di numerosi esponenti politici dell’attività svolta dalla procura di Roma, la quale non ha emesso, come è stato detto da più parti impropriamente, un avviso di garanzia nei confronti della presidente Meloni e dei ministri Nordio e Piantedosi ma una comunicazione di iscrizione che è in sé un atto dovuto perché previsto dall’art. 6 comma 1 della legge costituzionale n. 1/89. La disposizione impone al procuratore della Repubblica, ricevuta la denuncia nei confronti di un ministro, ed omessa ogni indagine, di trasmettere, entro il termine di quindici giorni, gli atti al Tribunale dei ministri, dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati affinché questi possano presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati. Si tratta, dunque, di un atto dovuto». Così in una nota l'Associazione nazionale magistrati.