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Soumahoro in lacrime: «Mi volete morto ma non ucciderete mie idee». La parola alla Caritas pugliese: «Troppe tensioni»

 
Redazione online

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Dubbi su una raccolta fondi pro-minori dello scorso Natale

Martedì 22 Novembre 2022, 19:13

BARI - Impazza sui social il video che ritrae in lacrime, Aboubakar Soumahoro che si difende dalle accuse piovute sulla sua famiglia, dopo l'inchiesta aperta dalla procura di Latina sulle condizioni dei lavoratori nelle cooperative gestite dalla moglie e dalla suocera. 

"Mi dite cosa vi ho fatto? E' da una vita che sto lottando per i diritti delle persone, da una vita... Vent'anni per strada a lottare per dare dignità alle persone. La mia vita è stata caratterizzata dalla lotta contro qualsiasi forma di sfruttamento. Voi mi volete morto", dice l'onorevole. "Voi mi volete distruggere ma avete paura delle mie idee", attacca il sindacalista e deputato dell'Alleanza Verdi Sinistra in un video postato sulla sua pagina Facebook.

Una raccolta fondi da 16 mila euro per donare a Natale giocattoli in un 'ghetto' di migranti del Foggiano dove vivono pochissimi minori, ma anche tensioni nei confronti di chi voleva portare aiuti da parte di persone che facevano riferimento al mondo di Aboubakar Soumahoro, il parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra le cui parenti sono ora sotto la lente della Procura di Latina per la loro gestione di due cooperative pro-migranti. E’ quanto emergerebbe dall’intervista, pubblicata su Repubblica, a don Andrea Pupilla, direttore della Caritas di San Severo.

L’iniziativa natalizia è dello scorso anno. Soumahoro, che proprio in quella zona ha condotto alcune delle sue battaglie in favore dei braccianti, si fece riprendere mentre portava regali ai bambini vestito da Babbo Natale. Dice don Pupilla: «Nel ghetto di Torretta non ci sono bambini, mentre a Borgo Mezzanone, l’insediamento oggetto del video, i bambini sono molto pochi. C'erano dunque ben pochi giocattoli da distribuire, non essendoci bambini a cui poterli donare». Secondo il sacerdote, inoltre, ci sarebbero stati «problemi, e li abbiamo avuti anche noi, con alcune persone che facevano riferimento prima a Usb e poi a Lega Braccianti. Ci hanno impedito di fare corsi di italiano, scuola. Noi ci rechiamo a Torretta Antonacci ogni settimana per ascoltare e aiutare persone. In alcuni periodi sale la tensione, perché ci sono sempre personaggi che vengono da fuori a fomentare gli animi. E magari ci costruiscono una carriera politica sopra. Davanti a fenomeni complessi non c'è bisogno di navigatori solitari ma di risposte corali. Non serve un sindacalista che viene da fuori, urla, fa i selfie e magari costruisce una carriera politica, soprattutto quando c'è anche un pò di incoerenza. Non puoi dire a tutti che il business della solidarietà non va bene - conclude il religioso - e poi ce l’hai a casa tua».

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