BARI - Dopo l'entrata in vigore del nuovo Dpcm il sindaco Antonio Decaro avverte i cittadini con una diretta Facebook: «In caso di assembramento abbiamo già individuato delle mini zone rosse da tenere sotto controllo nella città di Bari. Dopo le 21 siamo pronti a chiudere i luoghi principali della movida in particolare: Bari Vecchia, la zona dell'Umbertino e Poggiofranco». La decisione è nata in accordo con Asl e comitato provinciale per l’ordine pubblico. Decaro ha già firmato una ordinanza di chiusura di alcune zone della città dove c'è il rischio di assembramenti, come disposto dall’ultimo Dpcm sulla norme anti-Covid.
Ecco le strade che potrebbero essere soggette alla chiusura: sono state individuate tre aree in altrettanti quartieri della città, nel centro storico (piazza Mercantile, piazza Ferrarese, via Manfredi, il primo tratto di via Venezia fino al Fortino), nel quartiere Poggiofranco (via Pappacena, via Caccuri e la piazzetta tra le due strade) e nella zona della movida nel rione Madonnella, il cosiddetto Umbertino (via Cognetti, via Brescia, un pezzo di via de Niccolò, via Bozzi, largo Giordano Bruno, largo Giannella, piazza Diaz, molo San Nicola). Vietata quindi la sosta: sarà consentito, invece, transitare per andare a casa propria, di parenti e amici, nonché raggiungere i locali per cenare al tavolo.
E sui controlli in città aggiunge: «Non chiedete ai sindaci i controlli perché, come ha confermato il presidente del Consiglio Conte, i controlli li fanno il prefetto e il questore». Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, spiegando i contenuti del nuovo Dpcm con le regole anti-Covid relative alla possibilità di disporre il coprifuoco in alcune zone della città. «Il decreto - spiega Decaro - prevede che i sindaci possano individuare aree da chiudere, dove non si può sostare e si può solo transitare per raggiungere un locale o la propria abitazione, ma il controllo su quelle aree non lo fanno i sindaci, perché non hanno competenza sull'ordine pubblico, che spetta invece a prefetto e questore attraverso le forze dell’ordine». «In questo momento - ha spiegato il sindaco Decaro - il Questore di Bari sta facendo una riunione tecnica con le forze dell’ordine per stabilire già da stasera, dalle 21, come effettuare i controlli nelle aree individuate in maniera sperimentale».
Decaro poi fa dei chiarimenti in merito alla controversia sul Dpcm:«Al di là delle polemiche con il Governo, oggi poi c'è stato un chiarimento con il presidente del Consiglio dei ministri e con il ministro dell’Interno». Lo ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro in diretta su Facebook, con riferimento alla norma sul coprifuoco che coinvolge i sindaci. «Noi sindaci - ha ribadito Decaro - siamo stati tenuti all’oscuro di una norma che impattava direttamente sulla responsabilità dei sindaci. È stato uno sgarbo istituzionale, sembrava un modo per scaricare sui sindaci la responsabilità» delle chiusure.
«Stanotte hanno cambiato il decreto, cancellando la parola sindaci, ma poi non si capiva chi doveva prendere il provvedimento. Siccome noi sindaci siamo abituati a prenderci le nostre responsabilità, e serviamo lo Stato con disciplina e onore, questa responsabilità ce la prendiamo noi». «Noi quella responsabilità ce la prendiamo tutta - ha continuato Decaro - , motivo per il quale io già stamattina ho preparato l'ordinanza, individuando le aree che già stavamo controllando dal periodo estivo».
641 POSITIVI A BARI - «A Bari ci sono attualmente 641 positivi. L’appello ancora una volta è al senso di responsabilità di ciascuno», ha sottolineato Decaro in una diretta facebook dedicata alle novità normative sulle regole anti-Covid. «Bisogna usare la mascherina, mantenere le distanze, igienizzarsi le mani, incontrarsi solo se necessario - ha ricordato Decaro -, nella speranza che rispettando tutti le prescrizioni si possa abbassare la curva del contagio ed evitare un’emergenza sanitaria». "Diamoci una mano - ha concluso il sindaco - altrimenti piano piano il Governo aumenterà le restrizioni e rischiamo di trovarci tra non molto tempo in una situazione di chiusura totale dalla quale il Paese dal punto di vista economico non si rialza più».