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Guardia di Finanza
Redazione online
15 Gennaio 2021
La Guardia di Finanza di Bari ha dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari per bancarotta fraudolenta nei confronti di 4 imprenditori, amministratori di diritto e di fatto di una società a responsabilità limitata, con sede a Bari, operante nel settore della commercializzazione di energia elettrica. L’amministratore di fatto della società è stato posto agli arresti domiciliari, mentre nei confronti dei tre amministratori di diritto pro tempore è stata applicata la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche o imprese per un anno.
L’attività di indagine ha tratto origine da una verifica fiscale condotta nel 2019 nei confronti di una società a responsabilità limitata con sede a Modugno, operante nel settore del commercio di energia elettrica. Nel corso dell’attività ispettiva è stato accertato il coinvolgimento dell’impresa verificata in una complessa frode in materia di I.V.A., inerente alla fornitura di energia elettrica svizzera. In particolare, è stata appurata l’interposizione fittizia, tra le due società contraenti, di un terzo soggetto economico con sede a Bari, risultato essere una mera società cartiera. I successivi approfondimenti hanno permesso di accertare che, al fine di eludere il versamento dell’IVA, la società svizzera ha ceduto l’energia elettrica solo formalmente all’impresa “cartiera” barese, ma - di fatto - direttamente alla s.r.l. oggetto della verifica fiscale.
La “cartiera” barese ha emesso, nel periodo 2014-2015, fatture per operazioni soggettivamente inesistenti per oltre 74 milioni di euro nei confronti della società verificata con sede a Modugno, con la conseguente evasione dell’I.V.A. pari a oltre 15 milioni di euro.
Lo scorso 23 luglio, i Finanzieri hanno sottoposto a sequestro beni e disponibilità finanziarie delle società coinvolte nella frode fiscale e degli amministratori, tra i quali gioielli, fabbricati e terreni a Roma ed in provincia di Bari, per un controvalore di circa 15 milioni di euro, pari all’imposta evasa. È stato inoltre riscontrato che la società “cartiera” ha omesso di presentare le prescritte dichiarazioni, ai fini dell’I.V.A. e dell’I.RE.S., per gli anni d’imposta 2014 e 2015, maturando debiti tributari per oltre 20 milioni di euro.
Gli amministratori di fatto e di diritto della società cartiera barese sono risultati responsabili, in concorso tra loro, del reato di bancarotta fraudolenta derivante dagli ingentissimi debiti tributari maturati, dall’accertata distrazione di risorse finanziarie per oltre 2,3 milioni di euro e dall’occultamento delle scritture contabili.
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