Per il terzo anno consecutivo, Spazio Murat ospita Àngoli / Zawyah (in lingua araba), il festival internazionale dedicato alle arti visive e al cinema d’artista che invita il pubblico a interrogarsi su come guardiamo le immagini e da quale punto di vista scegliamo di farlo. Dal 27 al 29 dicembre 2025, Bari diventa luogo di incontro, ascolto e prossimità, accogliendo film, video e conversazioni che attraversano la Palestina e il Medio Oriente sottraendoli alla sola dimensione della cronaca.
Diretto artisticamente da Massimo Torrigiani e curato per questa terza edizione da Wonder Cabinet, hub creativo con base a Betlemme, Àngoli 2025 è dedicato a opere di artiste e artisti palestinesi, mediorientali e della diaspora, presentati non come “voci dal fronte” ma come protagonisti di una scena culturale viva, stratificata e in continua trasformazione.
Il festival propone uno sguardo laterale, obliquo – uno zawyah, appunto – che attraversa il conflitto seguendo traiettorie intime e personali: infanzie, amicizie, memorie urbane, gesti quotidiani che diventano forme di resistenza. Le immagini in programma non cercano lo shock, ma chiedono tempo, attenzione, disponibilità al dubbio, restituendo la complessità di vite e immaginari che non si lasciano semplificare.
«Produrre Àngoli insieme a Wonder Cabinet significa aprire Spazio Murat a un dialogo autentico con un ecosistema culturale che opera in condizioni estremamente complesse – dichiara Giusy Ottonelli, co-fondatrice di Spazio Murat e Impact Hub Bari, produttore del festival –. È un atto di responsabilità culturale, ma anche di fiducia nell’immaginazione come forza politica capace di generare nuove domande e nuove relazioni».
«La selezione di film proposta per l’edizione 2025 di Angoli raccoglie documentari, cortometraggi e opere filmiche di artisti e artiste, in gran parte presentati nell’ambito della programmazione cinematografica settimanale di Wonder Cabinet avviata a partire da Dicembre 2023 - il primo periodo di coprifuoco imposto dalle autorità israeliane su tutte le città della Cisgiordania dopo gli eventi del 7 ottobre - fino a oggi. La programmazione, elaborata in stretta collaborazione con gli artisti in residenza e pensata per un pubblico locale, già fortemente esposto non solo alle immagini provenienti da social media e notiziari, ma soprattutto all’esperienza diretta della propria comunità a Gaza, si è concentrata da subito sulla necessità di creare spazi di sollievo, collettività e condivisione, in un momento - protrattosi e aggravatosi poi nel tempo - di forte isolamento fisico e psicologico. Spazi che apriamo ora con gioia e orgoglio al pubblico di Angoli, perché possa sentirsi partecipe, e un pò più vicino, ai nostri paesaggi. Umani, naturali, reali e immaginari» sottolinea Ilaria Speri di Wonder Cabinet.
Il programma si articola in tre giornate di proiezioni, incontri e conversazioni con gli autori, a partire dall’apertura di sabato 27 dicembre con Gaza Sound Man di Hossam Hamdi Abu Dan, preceduta da una introduzione al festival con Ilaria Speri (Wonder Cabinet) Giusy Ottonelli e Massimo Torrigiani, e seguita da un dialogo con il regista. La giornata di domenica 28 dicembre propone una ricca sequenza di opere a partire dalle 11 e fino alle 21.30. A Spazio Murat saranno presentati – nell’ordine - lavori di Lawrence Abu Hamdan (Politics of Listening; e The Diary of a Sky) Noor Abed (a night we held between); Sahera Derbas and Shady Giorgio (Al Quds Ramadan Cannon); Dana Durr (Mariam); Luay Awwad (Siri Miri, Born A Celebrity); Alanis Obomsawin, Cecilia Vicuña, Lata Mani & Nicolas Grándi, Marwa Arsanios , Rana Nazzal, Ryley Williams (Seed Songs for Palestine); Emad Burnad (5 Broken Cameras); Amer Shomali (The Wanted 18). La giornata si chiuderà con dei momenti di confronto tra gli artisti e i curatori. Lunedì 29 dicembre (a partire dalle 11 del mattino e fino alle 20.30 di sera) il festival si conclude con un percorso che alterna lungometraggi e corti All That’s Left of you di Cherien Dabis, Struggle in Jerash di Ben White & Eileen Simpson, The Three Promises di Yousef Srouji, Via Dolorosa di Oraib Toukan, Offing di Oraib Toukan, An Orange from Jaffa di Mohammed Almughanni, culminando in una conversazione tra gli autori e Antonio Ottomanelli e accompagnata da una degustazione a buffet di cucina palestinese, come ulteriore gesto di condivisione e vicinanza.
Il programma completo, con tutti i dettagli delle proiezioni e degli incontri, è disponibile sul sito di Spazio Murat.















