Sabato 06 Settembre 2025 | 18:26

Rapporto Bankitalia presentato a Bari: «Crescita economia pugliese meno intensa»

 
Redazione online (video Marisa Ingrosso)

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Nell’industria, nei primi nove mesi del 2024, sono emersi segnali di recupero che hanno riguardato però solo le piccole e medie imprese con un saldo «lievemente positivo» di quelle che hanno indicato un fatturato in aumento

Mercoledì 06 Novembre 2024, 14:18

14:49

BARI - Nel 2024 l’economia della Puglia è cresciuta «in misura lievemente meno intensa» rispetto al 2023 registrando, nei primi sei mesi dell’anno, un incremento del prodotto interno lordo dello 0,5%, per una variazione di poco inferiore rispetto a quella del Mezzogiorno (0,6%) e appena superiore alla media nazionale (0,4%). Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto della Banca d’Italia presentato questa mattina a Bari.

Nell’industria, nei primi nove mesi del 2024, sono emersi segnali di recupero che hanno riguardato però solo le piccole e medie imprese con un saldo «lievemente positivo» di quelle che hanno indicato un fatturato in aumento. Tuttavia la dinamica degli investimenti si è «ulteriormente indebolita». Nel primo semestre le esportazioni hanno registrato un calo dell’1,3% dopo una lieve crescita nel 2023, per un andamento "significativamente peggiore del Mezzogiorno dove le esportazioni all’estero sono cresciute del 3,5%». Su tale riduzione - secondo lo studio di Bankitalia - ha «inciso l'andamento sfavorevole dei prodotti siderurgici che continua a risentire dei bassi livelli produttivi di Acciaierie d’Italia». La contrazione delle vendite all’estero si è concentrata nei Paesi Ue (-5,9%) e ha riguardato soprattutto la Spagna, per i prodotti siderurgici; e la Germania per la componentistica auto.

Nei primi sei mesi del 2024 la crescita del settore delle costruzioni «ha rallentato": nel comparto residenziale sono diminuite le compravendite (-4,7% rispetto al primo semestre del 2023); mentre sono aumentati i prezzi delle case (3,7%). L'andamento del settore - secondo Banca d’Italia - ha «risentito anche della rimodulazione del Superbonus: tra aprile e settembre 2024 il totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione è risultato inferiore di oltre il 90% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente».

Secondo i dati diffusi dal rapporto, in Puglia dal 2021 ad agosto 2024 le gare bandite per opere pubbliche finanziate dal Pnrr erano poco meno di duemila, per un valore complessivo di tre miliardi di euro. I tre quarti delle gare bandite sono state aggiudicate.

In Puglia la crescita del mercato del lavoro è proseguita nel primo semestre del 2024: il numero di occupati - secondo il rapporto di Banca d’Italia presentato oggi - è «aumentato dell’1,7%, in misura lievemente superiore all’Italia (1,5%) e inferiore al Mezzogiorno (2,5%). In particolare, si è intensificata leggermente la creazione di posti di lavoro dipendente con contratti a termine, mentre quella relativa alle posizioni a tempo indeterminato ha frenato.

Il tasso di occupazione è salito al 51,4% (65,1% per gli uomini e 37,9% per le donne), rimanendo inferiore di 10,5 punti rispetto a quello nazionale. Il tasso di disoccupazione è diminuito al 10,5% (7,2 nella media italiana).
Nei primi nove mesi del 2024 le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni e fondi di solidarietà sono tornate a crescere (29,6%): all’aumento hanno contribuito soprattutto il calzaturiero, il mobile imbottito, e i mezzi di trasporto. Le ore autorizzate risultano «particolarmente elevate nel siderurgico».

Secondo il rapporto, nel primo semestre del 2024 il reddito nominale delle famiglie pugliesi è cresciuto del 3,7% per effetto anche dell’aumento dell’occupazione. Il potere d’acquisto è tornato ad aumentare (2,4%) beneficiando anche del rallentamento della crescita dei prezzi.

Quanto all’occupazione delle donne, il direttore della sede di Bari della Banca d’Italia, Sergio Magarelli, ha precisato che "in Puglia abbiamo questo gap importante di genere nell’ambito di una occupazione che cresce anche a ritmi superiori a quelli del resto del paese. Sostanzialmente tutti i nuovi posti di lavoro negli ultimi mesi sono maschili, però confidiamo in un arresto temporaneo. Rimane comunque una donna su tre che è inattiva ma occupabile, e riportarla al lavoro darebbe sicuramente un impulso al nostro pil e alla nostra crescita».

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