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Operazione antidroga nel Nordbarese: dieci arresti, avevano anche armi. Minacce a chi non pagava

 
Redazione online

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Sei in carcere e quattro ai domiciliari, tutti di Minervino Murge, Spinazzola, Canosa di Puglia e Cerignola (Foggia)

Mercoledì 09 Ottobre 2024, 08:09

13:34

TRANI - Una rete ben organizzata di vendita di cocaina con un nutrito numero di clienti di diversa età e provenienza. Un gruppo che oltre a smerciare droga era in possesso di armi. Sono dieci le persone a cui i carabinieri del comando provinciale di Trani hanno notificato una ordinanza di custodia cautelare. In sei sono finite in carcere, quattro ai domiciliari. Tutte sono accusate a vario titolo di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente in concorso, detenzione e porto in luogo pubblico di armi e relativo munizionamento, minaccia aggravata, ricettazione, rapina, tentata estorsione e atti persecutori.

Gli indagati, tutti uomini, sono di Minervino Murge, Spinazzola, Canosa di Puglia e Cerignola (Foggia) e secondo quanto accertato dalle attività investigative coordinate dalla Procura di Trani, erano soliti rifornirsi di droga dal comune del Foggiano per poi smerciarla nei paesi del nord Barese.

MINACCE CON LE ARMI A CHI NON PAGAVA

Un gruppo «agguerrito e tracotante». Capace di gestire la filiera dello spaccio di cocaina «con minacce e armi». Così, il comandante provinciale dei carabinieri di Barletta-Andria-Trani, il colonnello Massimiliano Galasso ha descritto le dieci persone arrestate questa mattina nell’ambito dell’operazione coordinata dalla Procura di Trani e denominata 'Crocevià. Le indagini, portate avanti tra febbraio e maggio dello scorso anno, sono iniziate dopo che due degli indagati «si sono parlati - ha aggiunto Galasso - a suon di minacce a armate. Si tratta di un uomo di Minervino e uno di Spinazzola, il primo dalla pesante caratura criminale. Così abbiamo scoperto l’intero sistema di approvvigionamento della droga, le piazze di spaccio e i pusher coinvolti».
La vendita dello stupefacente «è solo il filo conduttore di altri reati - è stato spiegato - come le tentate estorsioni, le minacce e gli atti persecutori compiuti ai danni di chi contraeva debiti e non riusciva a saldarli nei tempi stabiliti dal gruppo». Le attività investigative si sono svolte «in quattro fasi che hanno evidenziato anche il disagio vissuto dalle famiglie di chi veniva minacciato e che ha sporto denuncia», ha evidenziato il capitano Pierpaolo Apollo, comandante della compagnia di Andria, evidenziando che «il canale di recupero della droga era Cerignola.

Lo stupefacente arrivava poi a Minervino dove il presunto vertice dell’organizzazione la suddivideva con l’aiuto della moglie per poi provvedere allo smercio che avveniva nella centrale piazza Bovio», ha continuato il capitano, sottolineando che degli indagati «due sono di Cerignola, uno di Canosa, uno di Spinazzola e gli altri sei di Minervino».
«Il controllo del territorio diventa essenziale come anche saper ascoltarlo, saper cogliere quel disagio che porta a scoprire gruppi di questo tipo che con tracotanza si imponeva su chi contraeva debiti», ha ripetuto Galasso.
Nel corso delle indagini sono state arrestate per spaccio cinque persone e una è stata denunciata e sono stati sequestrate dosi di cocaina, cellulari e schede sim; mentre un’altra personaè stata denunciata perché trova in possesso di armi che sono state sequestrate.

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