L'intervista
Salvini a Bari per raccolta firme referendum giustizia: «Ripartiamo dal Sud»
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Il segretario nazionale della Lega in visita nella sede della Gazzetta del Mezzogiorno. «Di Maio mediatore tra Grillo e Conte? Pensi alla Farnesina»
BARI - Segretario Matteo Salvini, la campagna referendaria inizia con un tour al Sud. Quali i primi riscontri tra i cittadini sull’«emergenza Giustizia»?
«Fantastici, ieri ero in Campania e la gente nonostante il caldo faceva la fila per firmare. In questo primo weekend di luglio abbiamo gazebo in più di 1.500 piazze italiane, in Puglia partiamo da Bari e Brindisi, ma da lunedì i cittadini potranno andare a firmare comodamente in tutti i loro Comuni di residenza. È una battaglia di libertà e giustizia».
La sorprende la conversione dell’ex governatore Nichi Vendola, dopo la condanna nel processo Ilva, alle ragioni del garantismo?
«Noi vogliamo pene certe e processi brevi, sempre, mentre a sinistra i politici sono garantisti a corrente alternata… I nostri referendum, promossi insieme al Partito Radicale, avranno il sostegno di molti, anche di cittadini che votavano Vendola».
Si assiste intanto ad una resa dei conti nel M5S. Che effetti può avere sul governo?
«Mi lasci dire, sono litigate vergognose, solo per la poltrona. Hanno chiesto e preso i voti dei Pugliesi sui temi dell’ambiente, del lavoro, della sanità e dei giovani, e adesso Grillo e Conte litigano solo per le poltrone… Spero che questo non danneggi il lavoro del governo e il futuro degli italiani, e anche per evitare questo ho proposto al centrodestra di federarsi, proprio per offrire a Draghi un sostegno chiaro ed efficace: gli italiani ci chiedono meno tasse e più lavoro, non più partiti e confusione».
Si aspetta una mediazione di Luigi Di Maio?
«Di Maio farebbe bene a fare il ministro degli Esteri a tempo pieno, non a mediare fra Conte e Grillo. Ventimila clandestini sbarcati da inizio anno da Libia e Tunisia non sono accettabili, abbiamo pessimi rapporti con Turchia ed Egitto, con Russia e i paesi arabi, l’Italia conta sempre di meno in Nord Africa e in Medio Oriente, i nostri imprenditori sono in grande difficoltà in tanti paesi del mondo. Di Maio si occupi di questo, non delle crisi di nervi di Conte».
Conte, che ha conosciuto da vicino nel governo giallo-verde, ha qualità da leader di partito?
«Ho conosciuto due Giuseppe Conte. Il primo era umile e disposto all’ascolto, abbiamo approvato Quota 100 e i Decreti Sicurezza, la Flat Tax al 15% per le partite iva e la legittima difesa. Il secondo Conte invece era diventato molto supponente e non ascoltava, e pur di stare al potere col Pd ha smontato tutto quello che avevamo fatto prima. Supponente e incoerente, oggi raccoglie - anche nel suo partito - quello che ha seminato».
Il centrodestra discute di una possibile federazione. Ai tempi del Pdl la Lega non aderì al percorso unitario. Cosa cambia adesso?
«Non si parla di partito unico, come era il Pdl. Adesso ho proposto una federazione per unire i gruppi di centrodestra che sostengono Draghi. L’obiettivo è essere più efficaci quando il parlamento sarà chiamato a sfide difficili e decisive come quelle sulle riforme. Taglio delle tasse e della burocrazia, riforma della Giustizia e lotta all’immigrazione clandestina in primis. Altro che ius soli e tasse su casa, eredità e risparmi in banca come vorrebbe il Pd…».
L’asse con Fi rafforza il Carroccio nel Sud? Si può tirare un primo bilancio dell’esperienza meridionale della Lega, che in Puglia esprime con Rossano Sasso un sottosegretario nel governo?
«Sono molto soddisfatto perché in pochi anni abbiamo messo radici più solide, in tutte le regioni del Centrosud abbiamo amministratori locali che chiedono di entrare nella Lega, abbiamo una classe dirigente che si sta facendo onore. Ieri in provincia di Salerno ho incontrato 50 fra sindaci e consiglieri comunali che hanno aderito alla Lega; oggi in Puglia inauguriamo nuove sedi, abbiamo il governatore della Calabria in carica e governiamo con efficacia in Sicilia, Basilicata e Abruzzo. Tutto questo era impensabile fino a pochi anni fa».
In Puglia la Lega ha osteggiato il primo esecutivo Emiliano. Come giudica i primi passi del secondo mandato del governatore?
«Da quello che vedo ad Emiliano manca una chiara visione ed identità di governo, la sua giunta è impegnata principalmente nel gestire il potere, ma nulla produce per creare opportunità di sviluppo e lavoro in in terra bellissima come la Puglia. Dopo 10 mesi non c’è traccia di interventi significativi in settori strategici come l’agricoltura, il turismo e il lavoro».
Sulla crisi Ilva quali i cardini della posizione produttivista della Lega e del ministro Giorgetti? Il Pd, sul tema, ondeggia tra chi vuole chiudere l’area a caldo della fabbrica e chi considera la produzione dell’acciaio strategica…
«Lavoro e diritto alla vita sono sacri. Il rispetto dell’ambiente va accompagnato alla tutela del lavoro. L’Italia non può rinunciare alla produzione dell’acciaio e Taranto ha bisogno di proseguire senza ulteriori perdite di tempo con le bonifiche ambientali. La riconversione green della produzione dell’acciaio è un tema serio su cui la Lega, dentro e fuori dal governo, sta lavorando concretamente».
Il futuro di Draghi per Salvini?
«Non mi permetto di fare pronostici sul premier, ha un compito difficile e starà a lui decidere cosa fare dopo».
Le discoteche non hanno una data di riapertura. Di chi è la «colpa»?
«Speranza e pezzi di Pd hanno un approccio ideologico contro chi fa impresa e osa divertirsi. In ballo ci sono il futuro di 3.000 imprese e oltre 100mila posti di lavoro, è assurdo tenere ancora chiuse le discoteche quando si organizzano feste abusive ovunque. Perché punire ancora i giovani, perché? Con protocolli di sicurezza, con vaccini e tamponi, si può già ballare e divertirsi in tutta Europa, solo in Italia certa sinistra continua e volere male ai giovani».
Tempo di Europei di calcio. Chi è il giocatore simbolo dell’identità italiana?
«È un bel gruppo, farei torto ai ragazzi se ne scegliessi uno in particolare. Certo, mi piacerebbe poter scegliere un milanista ma non ne vedo molti in campo, purtroppo. Se devo scegliere un reparto, scelgo il centrocampo, giovane ed eccellente».
Gli aneddoti raccontano che abbia iniziato a tifare Milan quando era in Serie B. Ha un messaggio consolatorio per i tifosi del Bari che hanno il club impantanato nella Lega Pro?
«Tenete duro ragazzi, la ruota gira nella vita, in politica e anche nel calcio: il Bari tornerà grande!».
Nel 2014 avviò la “nazionalizzazione” della Lega con i comizi per le europee in Puglia. Che rapporto ha con questa regione?
«È una terra splendida, che ho imparato a conoscere e ad amare. Ci torno spesso e molto volentieri, spero di avere tempo durante l’estate di venire a fare anche qualche bagno nel vostro meraviglioso mare, sempre tra un gazebo e l’altro».
Matteo Salvini fa tappa a Bari per la raccolta delle firme sul referendum della giustizia. In occasione del suo arrivo in Puglia ha fatto visita alla sede centrale della Gazzetta del Mezzogiorno. Ecco la videointervista.