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Università di Bari, al via la «rivoluzione» dell'oncologia al Policlinico

 
Redazione online

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Ecco la nuova gestione della cura della malattia oncologica avviata dal prof. Camillo Porta, nuovo ordinario di Oncologia dell’Università di Bari e direttore della Unità Operativa del Policlinico di Bari

Mercoledì 22 Luglio 2020, 16:14

BARI - “Medicina di precisione”, “Cure simultanee”, “Suddivisione della attività clinica per competenze specifiche” e - questa la novità più importante - una più accurata “Sperimentazione clinica in oncologia”.

Sono questi i quattro pilastri della nuova gestione della cura della malattia oncologica avviata dal prof. Camillo Porta, nuovo ordinario di Oncologia dell’Università di Bari e direttore della Unità Operativa del Policlinico di Bari.
Oncologo con un curriculum di grande prestigio, il prof. Porta proviene dal Politecinico San Matteo di Pavia, da magggio scorso è stato nominato Responsabile dell’UOC di Oncologia del Policlinico di Bari, con l’obiettivo di potenziare la risposta al bisogno di sanità dei cittadini pugliesi, integrando assistenza e ricerca ed innovazione.
«L’esperienza maturata - aveva detto nelle scorse settimane il professore - mi consentirà di creare una rete di rapporti con le strutture ospedaliere e della ricerca in una realtà come questa pugliese che mi consta non essere seconda per qualità e professionalità ad altre realtà nazionali”.
A distanza di poche settimane dal suo insediamento si vedono già i primi risultati. Una vera e propria riorganizzazione strutturale e gestionale di questa importante branca medica che finora ha determinato una emigrazione sanitaria importante con costi altissimi per il bilancio della Sanità regionale.

Punti chiave di modernizzazione dell’attività dell’Oncologia Universitaria del Policlinico di Bari:

1. Suddivisione dell’attività clinica per competenze specifiche.

“Se, in un modello gestionale oramai datato, tutti gli Oncologi si occupavano di tutto, da oggi i pazienti, a seconda della diversa neoplasia della quale sono affetti, verranno affidati ad uno dei miei collaboratori, specificatamente dedicato alla gestione di quello specifico tumore, con l’obiettivo di offrire al paziente la miglior cura possibile”

2. Potenziamento dell’attività di ricerca clinica.

“La ricerca clinica si può anche definire come la conduzione di sperimentazioni cliniche controllate di farmaci oncologici innovativi, da sempre il mio core business. Potenziare la ricerca clinica vuole dire offrire al paziente oncologico trattamenti innovativi, altrimenti non disponibili altrimenti (spesso anche per anni), ridurre l’emigrazione sanitaria verso i grandi Centri del nord che della sperimentazione clinica hanno fatto un business, far risparmiare al Sistema Sanitario soldi (in quanto i farmaci vengono forniti gratuitamente) e, addirittura, far guadagnare l’Ospedale, dal momento che le sperimentazioni cliniche vengono pagate, ed anche lautamente. Ovviamente, potenziare la ricerca clinica richiede anche un ammodernamento ed uno snellimento delle procedure burocratiche, etiche ed amministrative, che la precedono”

3. Potenziamento dell’Oncologia di precisione.

“Oncologia di precisione vuol dire identificare caratteristiche genetico-molecolari di uno specifico tumore in uno specifico paziente, che possano essere sfruttate a finalità terapeutica, utilizzando farmaci mirati a specifici meccanismi responsabili della crescita e diffusione del tumore. Ciò ovviamente aumenta le chance di cura e minimizza il rischio di effetti collaterali”

4. Attivazione di un Ambulatorio di Cure Simultanee.

“Nel vecchio modello gestionale dell’attività oncologica, un paziente affetto da tumore inizia un trattamento oncologico e, solo allorchè inizia a stare male o ad accusare gli effetti collaterali della terapia, viene avviato all’attenzione dell’esperto di cure palliative, del terapista del dolore, o del nutrizionista. La mia collaboratrice che si occupa dell’Ambulatorio di cure simultanee, prenderà invece in carico i pazienti, soprattutto quelli anziani e più fragili, fin dall’inizio, trattando tempestivamente i sintomi indotti dal tumore e prevenendo gli effetti collaterali delle terapie oncologiche, il tutto in un ambito multidisciplinare”

“Credo - aggiunge Porta - che si possa fare molto,anche grazie alle Istituzioni politiche regionali molto impegnate sul fronte sanitario. Solo facendo rete si potrà offrire il massimo ai pazienti pugliesi, ridurre la mobilità passiva ed anzi attirare pazienti dalle regioni limitrofe”.

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