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Policlinico Bari, il labrador Megan in aiuto dei bimbi malati

 
Redazione online

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Emiliano: «Usare la terapia con il cane può rendere le giornate lunghissime dei bimbi in questo luogo, più serene e più simili alla loro vita quotidiana, in casa»

Martedì 04 Dicembre 2018, 17:13

17:14

BARI - «È una giornata bellissima. Grazie a tutti coloro che hanno consentito nel reparto di oncoematologia pediatrica l’applicazione della pet-therapy. Usare la terapia con il cane può rendere le giornate lunghissime dei bimbi in questo luogo, più serene e più simili alla loro vita quotidiana, in casa». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, partecipando alla tavola rotonda per presentare il progetto sperimentale «Pet Care» delle associazioni Apleti Onlus e Vir Labor. Negli ultimi sette mesi 16 pazienti tra i 2 e i 19 anni di età del reparto di oncoematologia del Policlinico di Bari hanno partecipato al progetto con Megan, un labrador nero di 7 anni.

«Nel corso della sperimentazione del progetto Pet Care - ha spiegato il dottor Nicola Santoro, direttore della U.O.C. di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Bari - abbiamo constatato il miglioramento delle condizioni emotive, motivazionali e relazionali e del processo riabilitativo dei piccoli pazienti grazie all’interazione con l’amico a quattro zampe. Alleviando la sofferenza fisica e psicologica del piccolo paziente, gli consentiamo di affrontare al meglio il ricovero e le terapie». Al presidente Emiliano la responsabile di Apleti, Giovanna Natile, ha chiesto di valorizzare questa iniziativa, al momento autofinanziata dall’associazione, rendendola un progetto pilota e sostenendolo economicamente.

«Ci stiamo predisponendo, come bambini che sognano, a inserire tutte quelle prestazioni extra LEA che sono il punto di forza di alcuni ospedali pediatrici italiani» ha assicurato Emiliano, annunciando che «tra qualche giorno approveremo la delibera per la costituzione del nuovo ospedale pediatrico pugliese, in passato confuso dentro il Policlinico e invece adesso riprenderà una sua autonomia. Inizierà, mi auguro anche con l’aiuto dei privati, una grande gara per attrezzarlo in modo tale che assomigli al Meyer di Firenze, difficile che sia identico ma che almeno se ne segua l’esempio. Non è possibile che la pediatria nel Mezzogiorno sia ridotta nelle condizioni in cui si trova».

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