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«In fondo», nuovo singolo per il salentino Marco Ancona, e quella partita con noi stessi

 
Redazione online

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Pubblicato per NOS Records/Believe esce insieme a uno speciale lato b, «Privè», cover dei Massimo Volume

Venerdì 04 Ottobre 2024, 10:14

È uscito ieri, giovedì 3 ottobre, In fondo, nuovo digital-45 del salentino Marco Ancona, pubblicato per NOS Records/Believe Music. Un singolo rilasciato insieme a uno speciale lato B, Privè, cover dei Massimo Volume contenuta nella compilation Stagioni. Tributo ai Massimo Volume, disco che ha raggiunto la cinquina finale del Premio Tenco 2024 e che celebra i trent’anni di attività della cult band bolognese.

Il brano arriva a pochi mesi dall’uscita di Quando resta solo il nome, il primo LP solista di Marco Ancona, e rappresenta la naturale chiusura del cerchio di questo nuovo capitolo, un lavoro caratterizzato da un suono potente e ruvido ma allo stesso tempo intimista e introspettivo, segnato da tutto quello con cui la nostra società ha dovuto fare i conti negli ultimi anni, tra atmosfere scure e riflessive e scenari distopici, sempre in bilico tra alienazione e tentativi di reazione.
E In fondo è una ballata struggente e dark, che inizia col buio siderale di un pianoforte che non fa sconti a un racconto disincantato e poi sempre più struggente.

Un viaggio interiore che Marco Ancona così sintetizza: «In ogni percorso di vita, a un certo punto viene naturale tirare le somme, guardarsi indietro con la consapevolezza e la lucidità acquisita negli anni, e riconoscersi, avere ben presente il peso esatto della propria identità, con tutte le sue contraddizioni e con tutti i suoi successi. In questo bilancio che di tanto in tanto facciamo è importante non essere troppo severi con se stessi: prendere il buono di ciò che abbiamo fatto per migliorarsi ancora, in una sorta di partita a scacchi con se stessi, che spesso finisce patta».

In fondo esce accompagnato dal videoclip ufficiale, a cura della videomaker pugliese Michela Cerini, che ha trasformato questa «partita a scacchi con se stessi» in una ombrosa cavalcata tra le macerie imprecisate della vita di ognuno di noi, un luogo dimenticato, perso nel tempo, fermo nel suo oblio, dove tutto è cristallizzato, immobile come assopito. Un po’ come angoli della nostra memoria dove non si sa più bene se i ricordi sono nostri o sono solo immagini che appartengono al passato di qualcun altro, ma in qualche modo ci appartengono. Appunto, una partita a scacchi con se stessi, che finisce patta, dove nessuno perde e nessuno vince. E il tempo passa.

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