(Adnkronos) - Aderire alla rottamazione delle cartelle presuppone la necessità di rispettare il piano di scadenze accordato dall’Agenzia delle Entrate Riscossione.
La definizione agevolata, che porta al taglio di sanzioni e interessi accumulati negli anni sul valore del debito, non accetta ritardi: chi non paga entro i termini previsti decade, il conto dovuto aumenta e ripartono le ordinarie attività di recupero da parte dell’AdER.
Il tema della decadenza dalla rottamazione è al centro dell’attenzione nelle ultime settimane, considerando da un lato la nuova scadenza del 30 novembre dell’edizione quater della definizione agevolata e, in parallelo, l’attesa sull’avvio della rottamazione quinquies.
Le regole tra vecchia e nuova pace fiscale sono però differenti, ed è quindi utile uno sguardo a quanto ad oggi previsto e alle nuove disposizioni previste dalla Legge di Bilancio 2026.
Chi non rispetta le scadenze del calendario della rottamazione quater, anche non effettuando un solo pagamento in tempo, viene escluso dai benefici della definizione agevolata delle cartelle. Gli importi eventualmente già versati saranno considerati un acconto e riprenderanno a decorrere i termini di prescrizione e decadenza per il recupero delle somme dovute.
Sono queste le regole che, di base, caratterizzano la definizione agevolata delle cartelle.
Vale la pena specificare che per ogni scadenza è previsto un termine di tolleranza: alla data ordinaria di versamento si affiancano cinque giorni extra, che permettono di rimettersi in carreggiata ed evitare quindi il venir meno dei benefici accordati.
Ad esempio quindi, sulla rata della rottamazione in scadenza il 30 novembre (già automaticamente differita a lunedì 1° dicembre) è ammesso il versamento entro il termine ultimo del 9 dicembre, per effetto del termine di tolleranza e dei rinvii previsti automaticamente per tutti gli adempimenti che cadono nel weekend e in giorni festivi.
Superata questa data, chi non procederà al versamento incorrerà nella decadenza.
Le cartelle torneranno nelle mani dell’AdER, si sommeranno le sanzioni e gli interessi precedentemente stralciati, e potranno ripartire le attività coattive di recupero del debito, compresi fermi e pignoramenti.
La decadenza non impedisce di richiedere un pagamento rateale ordinario per i debiti oggetto della rottamazione quater, a condizione che non si verifichino altre cause di esclusione.
Conoscere le regole in materia di decadenza è fondamentale anche alla luce dell’attesa sull’avvio della rottamazione quinquies prevista dalla Legge di Bilancio 2026.
Sebbene nella nuova definizione agevolata rientrino tutti i contribuenti decaduti dalle precedenti edizioni, un veto è previsto per chi alla data del 30 settembre risulta in regola con i pagamenti della rottamazione quater.
In sostanza, non sarà possibile saltare la scadenza del 30 novembre, differita al 9 dicembre, e beneficiare successivamente della nuova chance concessa dalla rottamazione quinquies.
Uno stop messo ad oggi nero su bianco dal DdL di Bilancio 2026, sul quale è atteso a breve l’avvio dell’esame in Senato.
Non solo l’incrocio tra “vecchia” e nuova rottamazione, ma anche le regole specifiche in materia di decadenza previste dall’edizione quinquies della definizione agevolata meritano un approfondimento specifico.
La rottamazione quinquies consentirà di pagare il conto dovuto, al netto di sanzioni e interessi, in un massimo di 54 rate bimestrali spalmate su 9 anni, con una rata minima pari a 100 euro che di fatto condizionerà il tempo massimo a disposizione.
A differenza dell’edizione quater della rottamazione, la decadenza è prevista in caso di mancato pagamento di due delle rate dovute, anche non consecutive.
L’attuale versione della norma prevede la decadenza lampo, inoltre, in caso di mancato pagamento della prima e unica rata e dell’ultima delle quote dovute. Le scadenze saranno però perentorie: non è prevista al momento la regola dei cinque giorni di tolleranza.
Si evidenzia inoltre che chi sceglierà di accedere alla nuova stagione di pace fiscale, rinunciando alle rateizzazioni ordinarie già concesse dall’AdER, non potrà beneficiare di nuove forme di pagamento rateale.
La decadenza dalla rottamazione quinquies avrà in questo caso un effetto doppio: non solo ripristinerà il valore originario del debito (e quindi torneranno ad essere dovuti interessi e sanzioni), ma inibirà anche la richiesta di nuove forme agevolate di pagamento all’Agenzia delle Entrate Riscossione.


						
									
																	
																	
																	
																	
																	
																	
																	
																	
																	













