Roma, 6 ott. (Adnkronos) - "Queste nuove misure sono un disastro, si tratta di un atteggiamento punitivo e distruttivo. Davvero non so come si possa oggi avere questo approccio e addirittura prendersela con l'industria, coi tabaccai, coi coltivatori senza fare un ragionamento su quello che accade fuori dall'Europa. Abbiamo distrutto l'automotive, vogliamo fare la stessa cosa con questo settore ? E a vantaggio di chi? Della Cina? Dei prodotti liquidi?". Ad affermarlo è Gennarino Masiello, presidente Unitab Europe e Ont Italia, intervistato dall'Adnkronos sulla prospettiva di un'adesione della Ue alla convenzione quadro dell'Oms in materia di controllo del tabacco, e quindi con un documento che prevede forti restrizioni, sintetizzate in 16 punti, a cominciare dal "divieto totale di vendita di prodotti del tabacco o eliminazione graduale dei prodotti" alla "cessazione/divieto di qualsiasi forma di sostegno o sussidio governativo alle aziende tabacchicole".
Si tratta di "un fulmine a ciel sereno" prosegue Masiello che andrebbe ad abbattersi su una filiera che, "soprattutto in Italia, ha fatto passi da gigante negli ultimi 10 anni con ricerca e innovazione. Abbiamo investito veramente decine di milioni di euro per ammodernare le nostre imprese e per andare in una direzione che fosse quella di una filiera ben organizzata e innovativa soprattutto in linea con quelle che erano e sono le richieste del mercato" sostiene Masiello in vista del prossimo appuntamento il 9 ottobre a Bruxelles quando i ministri europei discuteranno la bozza comune dei servizi della Commissione, in vista della Cop 11 del 17 novembre che si svolgerà a Ginevra.
"E' un atteggiamento che rischia di ammazzare famiglie e migliaia di posti di lavoro, senza distinguere quello che è stato fatto in alcuni paesi per migliorare la produzione" incalza Masiello a fronte di una filiera che "in Europa conta 20.000 imprese, 50.000 ettari coltivati e 300.000 posti di lavoro". "Una filiera che in Italia, primo produttore europeo con un terzo dell'intero volume europeo, conta 100mila posti di lavoro" sottolinea Masiello.
Quanto al "divieto totale di vendita dei prodotti del tabacco da parte dell'industria/operatori del settore attraverso la creazione di soggetti terzi no-profit deputati a produrre e distribuire i prodotti" per Masiello "questa misura aprirebbe la porta al contrabbando, un disastro considerando che in Italia su una media europea del 10% di contrabbando con picchi del 30% in alcuni paesi, in Italia siamo a -2%, si tornerebbe indietro di decine anni". Misure che, spiega ancora il presidente Unitab, potrebbero "penalizzare anche i prodotti di nuova generazione, con il tabacco riscaldato come quella del divieto di produzione e vendita delle sigarette con filtro potenzialmente estendibile ai prodotti della filiera italiana".
A questo punto, Masiello, che è anche vicepresidente Coldiretti, riferisce di essersi mosso presso le istituzioni nazionali per porre un argine. "Ho sensibilizzato il governo per evitare di mettere tutto nello stesso calderone. Noi - ribadisce -siamo un paese che ha fatto dei passi avanti, dal modello organizzativo a quello produttivo. La filiera è tutta controllata dal campo all'industria per arrivare ai tabaccai, è una filiera super controllata con delle regole che ci siamo dati per quanto riguarda le relazioni di mercato e soprattutto anche le responsabilità e ci sono anche sanzioni per chi non vi si attiene".
"L'Italia - conclude - è il paese che ha investito di più sui prodotti di nuova generazione,cito l'esempio di quello che è accaduto con gli investimenti di Philip Morris in Italia, a Crespellano (Bologna) dove si sono investiti miliardi e migliaia di posti di lavoro su un prodotto che per altro la Food Drug Administration ci ha detto che è meno dannoso".