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Da Santeramo al gotha di Masterchef: «Esperienza molto... gustevole» di un salumiere del Barese

Da Santeramo al gotha di Masterchef: «Esperienza molto... gustevole» di un salumiere del Barese

 
cesare zampa

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Salumiere nel gotha di Masterchef «Un’esperienza molto... gustevole»

Il pizzicagnolo Settimino Difonzo ha conquistato con la simpatia del suo parlare. E' uno dei concorrenti più amati della tredicesima edizione di MasterChef Italia

Martedì 19 Marzo 2024, 12:07

12:15

BARI - Simpatico, genuino e altruista, è uno dei concorrenti più amati della tredicesima edizione di MasterChef Italia. Settimino Difonzo, 61 anni, pizzicagnolo di Santeramo in Colle, con le sue «perle» verbali ha conquistato il cuore dei compagni di avventura, dei giudici e del pubblico del cooking show.

Sposato con Camilla e padre di tre figli, coniuga la sua passione per i fornelli con la raccolta di cardoncelli, asparagi selvatici e cicorielle. Ama la cucina gourmet e non digerisce le mini-porzioni, perché «quando un piatto piace, lo si vuole mangiare sempre più». Classificatosi ottavo, è stato eliminato al termine del 17esimo episodio, dopo un Invention Test sull’aglio.

Perché hai deciso di partecipare a MasterChef?

«Perché amo la cucina, ho un buon palato e sperimento sempre nuove ricette. Inoltre, volevo essere un esempio per la mia generazione e i miei figli».

A casa sei tu il re dei fornelli?

«Certo. Mia moglie non sa cucinare. Io, avendo vissuto anche lontano da casa, ho dovuto imparare».

Eri fiducioso di entrare in masterclass?

«La fiducia non mi è mai mancata».

E ora sei tra i primi otto…

«Si, mi ha fatto molto piacere. Ringrazio gli chef Locatelli, Barbieri e Cannavacciuolo per i consigli che ho sempre ascoltato e messo in pratica».

A quale giudice sei più legato?

«Erano e sono tutti e tre simpaticissimi. Forse Cannavacciuolo, del Sud come me, comprendeva di più i piatti della mia cucina, più semplice e casereccia».

Com’è cambiata la tua vita dopo MasterChef?

«Continuo a fare il salumiere. Tuttavia, cucino anche a domicilio. Ai miei clienti chiedo di farmi trovare gli ingredienti, qualsiasi essi siano, dai quali tiro fuori sempre qualcosa di nuovo e gustoso».

Hai intenzione di aprire un ristorante?

«Mi piacerebbe aprire un locale che funga da scuola, in cui insegnare ai giovani il mestiere, trasmettendo loro l’amore per la cucina. Ora non ho i mezzi, ma finché c’è vita c’è speranza».

Qual è stata la prova in esterna più emozionante?

«Quella a Roma, vissuta da capitano della brigata blu per scelta di Alberto, che forse mi vedeva come uno dei più deboli. Gli ho dato filo da torcere, anche se abbiamo perso per pochi voti».

L’ingrediente più strano che hai cucinato?

«Gli ingredienti della mia ultima Mistery: bistecca di legumi in 3D, ricotta di mandorle, ecc…»

La prova più dura?

«L’Invention test con Joe Bastianic; ho cucinato un american smashed burger. Non sono riuscito a preparare le patate. Però mi hanno fatto i complimenti per la cottura e la mia salsa segreta…»

Un segreto che però hai svelato nell’orecchio a Bastianich.

«Si, ma non gli ho elencato tutti gli ingredienti. Solo il 90%».

Nella prova di pasticceria ti abbiamo visto cedere. Alla fine hai però portato a termine il piatto. Cosa ti ha dato la giusta forza?

«La carica dei ragazzi, che mi incitavano dalla balconata».

Per chi hai tifato durante la finale?

«Per Eleonora, perché siamo molto amici. Sono contento della sua vittoria. Se l’è meritata. Anche perché è estroversa e, mentre cucina, è pazza come me».

Tu e Nicolò Molinari: due generazioni diverse, unite dalla passione per l’arte culinaria. Com’è nata la vostra grande amicizia?

«In lui vedo un figlio con cui scherzare sempre. Quando è uscito mi è dispiaciuto parecchio. Avrei preferito essere eliminato io al suo posto».

Alcuni telespettatori hanno ritenuto di cattivo gusto le risate dei giudici e dei tuoi compagni ogni volta che sbagliavi un termine o usavi parole inesistenti. Ti sei sentito preso in giro?

«Assolutamente no. Ridevano sul mio dialetto e sulle parole che sbagliavo o che mi è capitato di inventare (le mie “perle”), ma lo facevano con affetto. Scherzare è servito a tutti per lenire la tristezza dovuta alla mancanza prolungata dei nostri affetti».

Nell’ultima prova, Kassandra e Niccolò Califano ti hanno tolto ben quattro ingredienti. Come l’hai presa?

«Bene, alla fine è un gioco. Un po’ mi è dispiaciuto perché avevo un’idea e ho dovuto rivedere il piatto; purtroppo sono stato eliminato. Dopo si sono anche scusati, ma non c’è stato alcun problema».

Che menù avresti presentato in finale?

«Un menù con cui avrei raccontato la mia terra. Di più non posso dire».

Per molti sei il vincitore morale di questa edizione. A chi dedichi questa vittoria?

«Ai miei fan, agli chef e a Endemol Shine per questa possibilità».

Tre aggettivi del tuo personalissimo vocabolario per descrivere questa esperienza…

«Fischiettevole, astronautico e gustevole».

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