Mercoledì 24 Settembre 2025 | 22:27

Taranto, il bilancio di Vessio: «La mala è in fermento ma la città è in ascesa»

 
francesco casula

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francesco casula

Taranto, il bilancio di Vessio: «La mala è in fermento ma la città è in ascesa»

Il capo della Squadra Mobile che lascia Taranto. Promosso primo dirigente, guiderà la Divisione Anticrimine a Crotone contro la ‘ndrangheta

Mercoledì 24 Settembre 2025, 14:42

«È una città ricca dal punto di vista storico, culturale, turistico, ma si sta svegliando anche dal punto di vista economico: una terra ricca di entusiasmi in cui la popolazione è capace di grandi slanci: Taranto è una città in ascesa, così come tutto il territorio». Il vice questore Luigi Vessio tra qualche giorno sarà l’ex dirigente della Squadra Mobile ionica: con la promozione a primo dirigente è giunto anche il trasferimento alla volta della Calabria per rappresentare la Stato nella guerra contro la ‘ndrangheta. Al suo posto gli investigatori della Polizia di Stato saranno guidati dal napoletano Antonio Serpico che arriva dalla Squadra mobile del capoluogo partenopeo.

Dottor Vessio, Taranto se l'aspettava così quando è arrivato da Matera?

«Sinceramente, quasi due anni fa quando sono arrivato, era una realtà che conoscevo poco, nonostante io sia pugliese: sono stato positivamente stupito dalla spontaneità e soprattutto dalla ricchezza culturale del territorio».

Dal punto di vista del suo lavoro, quello investigativo e repressivo di attività criminali, è una città in cui si la mala è sempre in fermento o è una città solo apparentemente insicura?

«È una città in cui c'è sempre fermento e l’effervescenza spontanea dei tarantini, naturalmente si riflette anche dal punto di vista criminale e quindi come ogni popolazione ha i suoi pregi e i suoi difetti. Chiaramente si tratta di una realtà complessa, è una delle più grandi città del sud e per tutta una serie di contesti ci sono dei profili di delinquenza, sia a livello di criminalità organizzata che a livello di microcriminalità, che sono sicuramente sempre da attenzionare. Però sono certo che con il lavoro di squadra fatto dall’autorità giudiziaria e da tutte le forze di polizia, si riesce sempre, più o meno, a trovare un argine».

Ci sono stati in questi anni diverse vicende che hanno coinvolto i minori nelle periferie: la situazione è critica o si può ancora intervenire?

«Guardi l’attenzione va sempre tenuta alta, ma credo che le giovani generazioni siano il futuro della città e ritengo che ci sia un miglioramento a Taranto nonostante le apparenze e alcune vicende possano in qualche modo far travisare il quadro generale».

Dopo Taranto, oltre alla promozione a primo dirigente, arriva il trasferimento a Crotone dove guiderà Divisione anticrimine…

«Sì, mi occuperò principalmente di misure di prevenzione personali e patrimoniali naturalmente con un focus sui problemi del territorio che sono evidentemente collegati alla criminalità organizzata e quindi alla ‘ndrangheta».

Un'ultima cosa: cosa porterà con sé a Crotone di Taranto? Un'immagine, un volto una storia...

«Mi creda porterò il ricordo di una città stupenda e di una città che forse deve ancora sviluppare completamente proprio potenziale ma che ha delle potenzialità enormi sia dal punto di vista umano che dal punto di vista turistico. Ripeto è una città che sicuramente deve crescere e sono sicuro che crescerà».

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