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«Hanno diffuso le mie immagini su un sito per adulti». La denuncia di un'attrice tarantina dopo il caso «Mia Moglie»

«Hanno diffuso le mie immagini su un sito per adulti». La denuncia di un'attrice tarantina dopo il caso «Mia Moglie»

 
Redazione online

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Non solo «Mia Moglie». L'attrice tarantina Anna Madaro denuncia: «Hanno diffuso le mie immagini su un sito per adulti»

La content creator Anna Madaro ha trovato le sue foto su un forum in cui vengono raccolte immagini di donne ignare: presentata denuncia in Questura

Domenica 24 Agosto 2025, 19:13

20:04

Solo qualche giorno fa è scoppiato il caso del gruppo Facebook “Mia Moglie”, dove ogni giorno 32mila utenti postavano e commentavano foto di donne pubblicate - anche senza consenso - dai loro compagni e mariti. Adesso una nuova denuncia arriva dall’attrice e content creator tarantina Anna Madaro, che su Instagram racconta di essere finita, a sua insaputa, in un forum per adulti. Lì, Madaro ha scoperto tre anni di sue «foto, video, storie e screenshot di live dati in pasto a chiunque con commenti a dir poco schifosi e pericolosi». Per citarne qualcuno: «Ma questa non ha una cam in casa da provare ad hackerare?” “Se la incontrassi per strada…” “Se sapessi dove abita…»

L’attrice tarantina scrive sui social: «”Anna ma tu pubblichi foto dove sei scollata” sì, ma è la mia immagine e incolpare chi semplicemente vive e respira, nel 2025, non va bene». Sul forum in questione sono postate non solo donne note, ma anche immagini di donne normali, ragazze anche minorenni, prese da social, scattate di nascosto nei camerini, centri estetici, spogliatoi o filmati di microcamere nascoste nei bagni pubblici, in uffici, ecc. Le foto vengono commentate con insulti sessisti e violenti.

Madaro ha presentato formale denuncia alla Questura di Taranto. Intanto, la content creator pugliese sta usando la propria piattaforma da oltre 60mila followers per diffondere una petizione online - creata già un anno fa da un’altra donna - in cui si chiede la chiusura del forum in questione. Il sito, si legge nella petizione, è già stato coinvolto in indagini da parte della polizia postale, eppure continua ad esistere. È una pratica nota: da tempo online, da Telegram a Facebook, esistono comunità in cui la diffusione di materiale non consensuale di qualsiasi natura, intimo e non, è all’ordine del giorno. E quando dopo numerose segnalazioni i gruppi vengono rimossi, rinascono alla velocità della luce altrove. Eliminarli definitivamente sembra quasi impossibile. Una pratica che danneggia gravemente la dignità e l'autostima delle vittime e che, puntualmente, torna sulle cronache nazionali.

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