Martedì 21 Ottobre 2025 | 14:39

Carabiniere ucciso, Giannattasio fa scena muta davanti al gip: trovata la pistola usata nel conflitto a fuoco a Grottaglie

Carabiniere ucciso, Giannattasio fa scena muta davanti al gip: trovata la pistola usata nel conflitto a fuoco a Grottaglie

 
Redazione online

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L’indagine sui due malviventi: erano vestiti come in pieno inverno: «Forse pronti a una rapina»

L'uomo bloccato in campagna insieme a Michele Mastropietro, poi deceduto, al momento deve rispondere di detenzione illegale di armi e munizioni e ricettazione

Sabato 14 Giugno 2025, 11:14

16:12

È stata recuperata e posta sotto sequestro la pistola Beretta calibro 9x21 con matricola cancellata, dalla quale sarebbero partiti i colpi che giovedì hanno ucciso il brigadiere capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie. L’arma è stata trovata dopo il conflitto a fuoco nelle campagne di Grottaglie, in cui ha perso la vita uno dei due fuggitivi, Michele Mastropietro, 59 anni, pregiudicato di Carosino.

La persona che era con lui, Camillo Gianattasio, 57 anni, incensurato di San Giorgio Jonico, è stata interrogata oggi dal gip Francesco Maccagnano nell’ambito dell’udienza di convalida nel carcere di Taranto e si è avvalso della facoltà di non rispondere. E’ accusato di detenzione e ricettazione di armi e munizioni, mentre per l’omicidio del carabiniere la competenza resta alla Procura di Brindisi, che coordina le indagini.

Il comando provinciale dei carabinieri di Taranto riferisce in una nota che è stata «posta sotto sequestro la pistola impugnata dal malvivente deceduto, una semiautomatica marca Beretta 98/FS calibro 9X21 con matricola abrasa, usata presumibilmente anche nella precedente sparatoria avuta con i carabinieri».

Durante le perquisizioni effettuate presso l’abitazione e il locale commerciale (una ferramenta) riconducibili a Gianattasio, gli investigatori hanno rinvenuto e sequestrato: 4 pistole semiautomatiche, di cui alcune con matricola abrasa, due revolver, un fucile a canne mozze, numerose munizioni di vario calibro (tra cui calibro 9x21, calibro 38 special, calibro 12), silenziatori artigianali, targhe di veicoli, cappucci, passamontagna, guanti, diversi telefoni cellulari, strumenti e materiali per la manutenzione e modifica delle armi.
Proseguono intanto le indagini per ricostruire la rete di contatti dell’indagato e accertare l’eventuale coinvolgimento in attività criminali organizzate.

LE PAROLE DEL LEGALE

«È chiaramente un giorno di lutto e va rivolto il cordoglio alle famiglie di entrambi». Così l'avvocato Luigi Danucci, legale di Camillo Giannattasio, 57enne di San Giorgio Jonico, arrestato nell’ambito delle indagini sull'omicidio del brigadiere capo Carlo Legrottaglie: il carabiniere è rimasto ucciso giovedì mentre inseguiva Giannattasio e Michele Mastropietro, 59enne di Carosino ucciso durante il successivo intervento delle forze dell’ordine. Sarebbe stato lui a sparare e a uccidere Legrottaglie.

L’avvocato lo ha dichiarato rispondendo ai giornalisti all’uscita dal carcere dopo l’udienza di convalida del suo assistito. Gianattasio, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, deve rispondere di detenzione illegale di armi e munizioni e ricettazione, mentre per l’omicidio del carabiniere la competenza è della Procura di Brindisi.
Il legale ha parlato del lutto «per le famiglie di entrambi e il cordoglio nazionale per la perdita di un servitore dello Stato. Il brigadiere capo ha dimostrato una lealtà al dovere da tramandare alle future generazioni».

Sotto il profilo giudiziario, ha aggiunto Danucci, «il mio assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere perché attendiamo le determinazioni della Procura». Il legale ha infine ricordato la richiesta di far sottoporre il suo assistito alla prova dello stub perchè intende dimostrare di non aver impugnato alcuna arma.

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