TARANTO - In due hanno raccolto ben 1220 voti nonostante l'anatema scagliato dalla commissione parlamentare antimafia che li ha definiti «impresentabili» sfiorando l'elezione in consiglio comunale.
Si tratta di due candidati alle amministrative di Taranto entrambi della lista Forza Italia: Rosario Ungaro e Aldo Renna hanno fatto incetta di consensi piazzandosi rispettivamente al secondo e al terzo posto tra i più suffragati della lista e solo in caso di apparentamenti, ballottaggio favorevole e la nomina ad assessore del primo in lista, si potrebbe aprire lo spiraglio del seggio per almeno uno dei due. È in particolare Rosario Ungaro a coltivare segrete ambizioni, forte delle sue 628 preferenze che gli hanno regalato il secondo posto in lizza: la commissione antimafia ha evidenziato il rinvio a giudizio per corruzione e turbativa d'asta insieme con un ex dipendente dell'Asl ionica per la fornitura di arredi e attrezzatura per il reparto di oncologia dell’ospedale di Castellaneta e per la fornitura di letti elettrici per diverse strutture dell’azienda sanitaria locale.
Si è invece fermato a quota 592 voti l'ex consigliere comunale Aldo Renna, anche lui in Forza Italia e terzo in elenco: il 7 dicembre 2017 fu arrestato dai finanzieri dopo aver intascato denaro per “aggiustare” un lodo arbitrale, una specie di procedimento giudiziario civile: finì in carcere dove sostanzialmente confessò tutto spiegando di aver preso il denaro, insieme con l'ex assessore Aldo Condemi, perché era in uno stato di bisogno. A luglio 2020 fu condannato in primo grado a 3 anni e 8 mesi per estorsione, ma in secondo grado la corte d’appello annullò la sentenza sostenendo che il reato non era quello, ma il traffico di influenze portando a processo anche la presunta vittima, Salvatore Micelli. La vicenda tornò così in udienza preliminare e Renna, insieme con altri due imputati, fu nuovamente rinviato a giudizio e ora il procedimento pende dinanzi al tribunale. Anche in questo caso, l'esistenza di un processo per i supporter non ha fatto differenza.
A Taranto erano complessivamente 5 i candidati bollati dall'Antimafia: due donne e tre uomini appartenenti a quattro dei sei schieramenti in gara. Oltre Ungaro e Renna, sono stati ritenuti impresentabili anche Rossella Basile, Mimma Albano e Antonio Damiano Milella. Basile, candidata per la lista civica “Movimento Sportivo” a sostegno di Mirko Di Bello ha ottenuti solo 6 voti: attualmente è sotto processo per più reati di riciclaggio: un procedimento di primo grado in corso con la prossima udienza fissata a ottobre 2025. Albano, candidata per la lista civica “Noi Taranto” a sostegno di Francesco Tacente, di consensi ne invece ha raccolti 45 nonostante nei suoi confronti sia in corso un processo di primo grado per usura: insieme ad altri soggetti avrebbe prestato 25mila euro a un imprenditore che in cambio ha dovuto consegnare 12 cambiali da 3mila euro ciascuno per un ammontare, ipotizzato dalla procura, di 36mila euro. E infine c'è Antonio Damiano Milella, candidato in lista con “Democrazia Cristiana” a sostegno del candidato sindaco di centrosinistra Piero Bitetti: ha portato a casa 85 preferenze nonostante una condanna a 6 mesi di reclusione per turbata libertà degli incanti: la sua posizione ora è al vaglio della corte d'appello.