Sabato 06 Settembre 2025 | 06:34

Guerriglia ai Tamburi di Taranto: conclusi gli interrogatori preventivi, due minori negano le accuse

 
Alessandra Cannetiello

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Alessandra Cannetiello

Taranto, la baby gang davanti al gip dopo la guerriglia ai Tamburi: «Ho lanciato pietre per difesa»

Uno ha presentato alcuni elementi per provare la sua assenza dal luogo in cui si sono consumati i fatti, l'altro ha confermato solo di aver aiutato gli altri a caricare la legna nei cassonetti piazzati in strada

Sabato 10 Maggio 2025, 11:36

12:31

TARANTO - Hanno negato le accuse i due minorenni che ieri sono stati sentiti dal gip Paola Morelli, durante gli ultimi interrogatori preventivi, per il loro coinvolgimento nell’inchiesta sulla baby gang che ha seminato il panico al rione Tamburi a gennaio scorso: il blocco della circolazione stradale, l’aggressione ai carabinieri e persino un tentativo di linciaggio, quasi una lapidazione, ai danni di un cittadino straniero 26enne. In particolare, uno dei due indagati assistito dagli avvocati Salvatore Maggio e Gaetano Vitale, ha presentato alcuni elementi per provare la sua assenza dal luogo in cui si sono consumati i fatti, mentre l’altro minorenne difeso dall’avvocato Andrea Maggio ha confermato solo di aver aiutato gli altri a caricare la legna nei cassonetti Kyma piazzati in strada, ma di essere rimasto indietro al gruppo e poi fuggito quando ha visto cosa stava accadendo.

Nei giorni scorsi sono stati ascoltati gli altri cinque giovanissimi: difesi dagli avvocati Giuseppe Leoni e Glenda Schirano, solo uno di loro ha ammesso di aver colpito il 26enne perché questo aveva minacciato con un bastone lui e gli altri componenti del gruppo.

I 7 indagati, di età compresa tra 14 e 17 anni, sono accusati dal pm Lelio Festa che ha chiesto per tutti il trasferimento in comunità, di lesioni personali aggravate da odio razziale, resistenza a pubblico ufficiale e vilipendio. Per gli altri membri del gruppo, però – se ne contano una decina di età inferiore ai 14 anni - non è stata avviata alcuna azione penale perché al di sotto dei 14 anni: età minima per la legge italiana per essere giudicati.

Sassi, ma anche altri oggetti contundenti che hanno provocato al 26enne ferite sul volto e al corpo guaribili in 20 giorni. All’arrivo dei carabinieri i minorenni con il volto coperto hanno poi cercato di bloccare l’auto di servizio usando i cassonetti come barricate contro i militari, impugnando spranghe e lanciando pietre.

Dopo 48 ore dal primo brutale pestaggio, il “branco” aveva continuato a lanciare pietre contro la casa del 26enne, entrando nel suo appartamento e distruggendo anche alcuni effetti personali. Non solo. Il 27 gennaio due indagati hanno lanciato un petardo in un bus Kyma con alcuni passeggeri a bordo, mentre il 30 gennaio altri due minori - su cui grava anche l’ipotesi di violenza privata e violazione delle norme sulla circolazione - coperti da passamontagna, vestiti di scuro e brandendo bastoni di legno, assieme ad altre persone, hanno sbarrato la carreggiata con alcuni cassonetti, bloccando il mezzo di una donna costretta ad avanzare lentamente tra sputi e ulteriori lanci di pietre. [a.c.]

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