Sabato 06 Settembre 2025 | 06:43

Massafra, agguato contro 22enne: tre condanne dai 5 ai 10 anni

 
ALESSANDRA CANNETIELLO

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ALESSANDRA CANNETIELLO

Massafra, agguato contro 22enne: tre condanne dai 5 ai 10 anni

Il commando ha sparato a un uomo pakistano completamente estraneo ai fatti

Martedì 08 Aprile 2025, 12:37

Sono stati condannati i tre imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato dopo il loro coinvolgimento nell’agguato ai danni di un 22enne di origine pakistana ferito da un colpo di pistola all’addome il 13 settembre 2024 in via Mazzini a Massafra. Il giudice Gianna Martino ha inflitto la pena più alta a 10 anni di carcere al 38enne Giuseppe Leggieri, contro i 12 anni richiesti dall’accusa. Mentre è di 5 anni e 8 mesi la condanna per il figlio 20enne Andrea e per il 24enne Mario Caponio. Nei confronti di questi ultimi, l’accusa aveva chiesto una pena a 7 anni. Sarà un processo civile a quantificare l’ammontare del risarcimento, ma il magistrato ha comunque disposto il pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 30mila euro alla vittima che si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Daniela Lafratta.

I tre massafresi, difesi dagli avvocati Rosario Levato e Ignazio Dragone, sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia guidata dal capitano Gerardo Manzolillo, alcuni giorni dopo quell’agguato.

Le indagini coordinate dal pm Francesco Sansobrino avevano consentito di scoprire che in realtà la vittima non era il vero bersaglio dei tre uomini: l’obiettivo era infatti un suo connazionale che poche ore prima avrebbe molestato una donna conosciuta da uno dei tre imputati. Il vero bersaglio era stato contattato telefonicamente e minacciato in piena notte, ma il commando aveva poi sbagliato destinazione e aperto il fuoco contro la persona sbagliata: «Mi hanno visto attraverso la vetrata della porta e mi hanno guardato in faccia prima di spararmi» aveva dichiarato la vittima alle forze dell’ordine.

Una spedizione punitiva avvenuta nei pressi di corso Regina Margherita e della villa comunale e progettata, secondo l’accusa, fin dai primi momenti. Tutto era cominciato quando due ragazze avevano accettato di fare colazione con un amico pakistano che, però, aveva avuto comportamenti molesti al punto che le giovani erano scappate dando l’allarme a familiari e amici. Immediata era partita la caccia all’uomo poi culminata con lo scambio di persona. L’obiettivo, per il pm Sansobrino, era quello di uccidere: «Ne è prova – si legge nelle carte - la minaccia che Giuseppe Leggieri ha proferito telefonicamente al suo bersaglio alle 4:30 del mattino» per poi aggiungere «Ora ti faccio vedere io».

Le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona avevano infatti prima ripreso il gruppo dei tre in quei momenti e poi immortalato Giuseppe Leggieri mentre raggiungeva l’abitazione della vittima e collocava una pistola dietro al suo pantalone.

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