TARANTO - Si è chiuso con due proscioglimenti il processo che vedeva imputati fratello e sorella di Ceglie Messapica accusati di aver falsificato un biglietto del Maxi Miliardario nel 2013 per portarsi a casa un jackpot da 10 milioni di euro. Un raggiro arrivato, secondo la procura, a un passo dall’incasso: i due, insieme a un 52enne di Martina Franca - condannato in primo grado con il rito abbreviato - si erano presentati dal notaio per mettere al sicuro il bottino depositando il Gratta e Vinci.
Il tagliando, però, una volta arrivato alla commissione incaricata di verificare i biglietti della Lotteria nazionale, è risultato essere contraffatto mandando in frantumi il sogno di diventare milionari e procurando ai tre una denuncia per tentata truffa, falso e ricettazione. La pubblica accusa aveva chiesto una condanna a 3 anni di reclusione per i due brindisini assistiti dall’avvocato Donato Muschio Schiavone, ma il giudice ha emesso una sentenza di «non doversi procedere» perché nel frattempo i reati sono andati prescritti.
Durante l’esame degli imputati i due avevano ricostruito l’intera vicenda: a rispondere per prima alle domande era stata la donna che...