TARANTO - È stato condannato a 3 anni di carcere un 58enne tarantino in servizio nella Marina militare finito a processo con l’accusa di maltrattamenti e lesioni nei confronti della moglie 53enne. A deciderlo, alcuni giorni fa, il giudice Paola D’Amico che ha inflitto una pena più severa all’imputato, riqualificando le lesioni nel più grave reato di percosse. Il magistrato ha inoltre condannato l’uomo, difeso dagli avvocati Stefania De Vincentis ed Enzo Vozza, al risarcimento dei danni morali e materiali e ha intanto imposto con una provvisionale di 3mila e 500 euro alla coniuge, che si è costituita nel procedimento attraverso l’avvocato Antonio Raffo.
Per l’imputato, la procura tarantina aveva infatti chiesto e ottenuto il giudizio immediato: le indagini erano partite dalla denuncia della 53enne nell’agosto del 2020 dopo anni di vessazioni e aggressioni fisiche subite dal coniuge anche alla presenza dei loro figli.
«Ricordati che questa è la mia casa sudata, parassita (…)»: avrebbe scritto il militare in uno dei biglietti lasciati in casa alla moglie. Insulti e umiliazioni erano una costante nel rapporto. E per reazioni fuori controllo la donna ha dovuto anche chiudersi in stanza con i figli o cercare rifugio da alcuni familiari.
Una situazione andata via via peggiorando fino a sfociare in vere e proprie aggressioni fisiche: secondo la procura, infatti, l’imputato aveva, in più occasioni, alzato le mani alla donna, spesso mentre era in preda ai fumi dell’alcool. Un vizio che aveva stravolto completamente la serenità familiare, fino a spingere la 53enne ad andare via di casa e portare con sé i due figli. L’epilogo della vicenda c’è stato quando la donna è tornata in quell’abitazione per prendere alcuni vestiti: l’uomo aveva tentato di bloccarla e infine l’aveva strattonata torcendole il braccio fino a procurarle lesioni guaribili in 5 giorni. Dopo questo epilogo, come detto, la donna ha quindi deciso di denunciare il marito per mettere fine ad abusi e violenze subite per anni.