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Taranto, inizia il Natale più lungo d'Italia: la magia di Santa Cecilia

maristella massari

Nella notte che precede la festa della co-patrona succede qualcosa di magico nelle case dei tarantini, un rito ancestrale che si rinnova di portone in portone

Taranto batte tutti sul tempo. Città di mare, di musica e di tradizione, vanta anche un primato della tradizione: quello che comincia oggi, 22 novembre, è il Natale più lungo d’Italia. L’amata Santa Cecilia, copatrona della città, porta nelle case dei tarantini le note dolci delle pastorali, l’odore dell’olio bollente e dello zucchero, l’oro delle pettole fumanti e le luci di una festa attesa quanto desiderata. È tutto qui, accade in poche ore.

Nella notte che precede Santa Cecilia succede qualcosa di magico nelle case dei tarantini, un rito ancestrale che si rinnova di
portone in portone. L’attesa stessa della festa è gioia. L’orecchio teso per sobbalzare sulle prime note di melodie ancora lontane, i bimbi in pigiama assonnati davanti alla finestra ad aspettare il passaggio della banda con gli ottoni e i fiati, le mamme e le nonne con i capelli avvolti negli asciugamani e la «frizzola» calda pronta a regalare bocconi di amore. Taranto oggi è un sogno. Merito di questa strana magia della pasta lievitata, tanto semplice e tanto potente.

A Santa Cecilia si addobbano le case con l’albero di Natale e il presepe, sperimentiamo la gioia della condivisione. Santa Cecilia è una festa di memoria e identità, di storia e di storie, di famiglie e amicizie, riti e tradizioni. La pettola di Santa Cecilia è inclusiva, non conosce razza, età, orientamento sessuale o religione. E ci rende gentili anche con gli sconosciuti. Ne scambiamo piatti con i vicini, ne portiamo ai parenti, le gustiamo al bar offerte con il caffè. Il tripudio della pasta fritta e dei trigliceridi che per un giorno pascono allegramente.

Oggi in città la giornata sarà lunga. Una giornata intensa per l’intera comunità, ricca di riti e consuetudini che coinvolgeranno i quartieri. Una giornata che riconcilierà i tarantini alle secolari tradizioni dell’attesa di Natale. Immancabile il giro delle bande cittadine nei quartieri, la città vecchia protagonista, fin prima dell’alba con la ‘prima squilla mattutina’ nella cattedrale di San Cataldo per l’inizio dei festeggiamenti in onore della santa patrona dei musicisti, organizzati dalla parrocchia della basilica cattedrale e della confraternita di San Cataldo in Santa Caterina. Poi la festa religiosa: in serata alle ore 17 sempre da San Giuseppe muoverà la processione di gala con rappresentanze di tutte le confraternite della città vecchia e la banda musicale “Santa Cecilia” con ingresso in cattedrale dove alle ore 18.30 l’arcivescovo mons. Ciro Miniero presiederà la solenne celebrazione eucaristica.

La giornata si chiuderà alle 18, in piazza Immacolata, con l’accensione delle luminarie natalizie e l’apertura della pista di ghiaccio circolare, che coinvolgerà anche i giovani atleti dell’associazione sportiva “Feder Club Taranto Pattinaggio”. Santa Cecilia, insomma, è il «prequel» del nostro Natale. Anche a mille chilometri di distanza, oggi, la pasta lievitata scivolerà da mani sapienti nell’olio bollente, si inviteranno gli amici e a loro si racconterà di una città bellissima nelle sue tradizioni uguali nei secoli. Nelle case degli studenti tarantini fuori sede, come in quelle di chi è partito per darsi pane e una speranza di una
vita migliore. Una comunità disseminata per il mondo e legata alla città d’origine dalla memoria di gesti, odori, sapori e suoni antichi e familiari. Se non è questa una magia, cos’altro è? Auguri a tutti!

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