Lunedì 08 Settembre 2025 | 23:52

Taranto, Giochi del Mediterraneo 2026 e Puglia in vetrina. Stavri Bello: «È un’occasione per la regione»

 
FABIO VENERE

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FABIO VENERE

Taranto, Giochi del Mediterraneo 2026 e Puglia in vetrina «È un’occasione per la regione»

Il presidente commissione coordinamento di «Taranto 2026»: tempi ridotti per completare  tutti gli impianti. E servono responsabili per trasporti, alloggi e sicurezza

Giovedì 12 Settembre 2024, 10:36

10:39

TARANTO - «L'organizzazione dei Giochi del Mediterraneo a Taranto nel 2026, oltre a rappresentare un grande evento sportivo che coinvolgerà 4mila 500 atleti di 26 Paesi, sarà un'ottima occasione per il capoluogo ionico e l'intera Puglia. Per fare cosa? Potranno mettere in mostra le loro bellezze paesaggistiche, storiche e culturali e le eccellenze gastronomiche che rendono straordinario questo territorio». Lo assicura, in un'intervista concessa alla Gazzetta, Stavri Bello, albanese, dirigente del Comitato internazionale dei Giochi del Mediterraneo e presidente della commissione di coordinamento di «Taranto 2026».

Presidente Stavri Bello, a meno di due anni dalla cerimonia di apertura, a parte lo stadio di atletica (parzialmente) completato, tutti gli altri lavori di riqualificazione devono ancora iniziare. E i cantieri per le opere più importanti, tra cui lo stadio "Iacovone" di Taranto, partiranno solo a gennaio (ma i lavori di demolizione inizieranno a metà ottobre). E tutto questo deve essere fatto in poco più di 16 mesi. Questa corsa contro il tempo non la preoccupa?

«Il tempo è qualcosa che già sappiamo essere limitato anche perché abbiamo perso quattro anni, ma ora dobbiamo guardare avanti. Le risorse umane e quelli finanziari a nostra disposizione sono importanti per raggiungere l'obiettivo finale ovvero la costruzione delle infrastrutture sportive necessarie per i Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026».

Ora, il peggio sembra passato e il Comitato organizzatore sta accelerando per arrivare in tempo al traguardo. Si è sulla strada giusta?

«Sappiamo che l'Italia ha esperienza nell'organizzare grandi eventi sportivi e questo verrà dimostrato nei Giochi di Taranto. Il Comitato organizzatore, con la guida di Massimo Ferrarese e la direzione di Carlo Molfetta, è al lavoro costantemente per svolgere puntualmente i principali compiti che gli sono stati assegnati, ma naturalmente questo richiede più risorse umane. Fino ad ora, il Comitato ha operato con dedizione, ma altre posizioni importanti per l'organizzazione dei Giochi dovrebbero essere ricoperte da altre figure. Mi riferisco alla necessità di avere prossimamente i responsabili dei trasporti, dei volontari, degli alloggi per gli atleti, della sicurezza e di altri referenti importanti per organizzare con successo i Giochi del Mediterraneo Taranto 2026».

Può anticipare qualche altra informazione? Ad esempio, quanti atleti in rappresentanza dei 26 Paesi parteciperanno alla 20esima edizione dei Giochi?

«Considerando la posizione geografica di Taranto (al centro del Mediterraneo), ci aspettiamo che la partecipazione possa essere molto ampia. Prevediamo, dunque, circa 4mila 500 atleti per le 30 discipline sportive previste e questo in considerazione del fatto che ci saranno anche degli sport dimostrativi».

Il Comitato organizzatore ha già avviato le procedure per accogliere gli atleti e i loro staff a bordo di una o due navi da crociera da ormeggiare nel porto di Taranto. Che ne pensa?

«Si tratta di una iniziativa nuova per i Giochi del Mediterraneo, ma fu molto positiva l'esperienza delle Universiadi del 2019 a Napoli. In quell'occasione, gli atleti furono sistemati a bordo di una nave da crociera. E quella scelta fu da loro molto apprezzata».

La particolare posizione geografica di Taranto può essere anche un'occasione per facilitare il dialogo anche su altre questioni tra i vari Paesi che si affacciano sul Mediterraneo?

«L'organizzazione dei Giochi, a Taranto, è un'opportunità per gli atleti di tutto il Mediterraneo per dimostrare le loro capacità e i loro valori sportivi e per scambiare esperienze socio-culturali tra di loro. D'altra parte, però, questa è anche una grande occasione per dimostrare l'ospitalità, oltre alle straordinarie bellezze paesaggistiche, storiche e culturali e alle eccellenze enogastronomiche di Taranto e dell'intera Puglia».

Infine, si è sempre sostenuto che la missione dei Giochi del Mediterraneo sia quella di lasciare ai giovani dei 21 comuni coinvolti nell'organizzazione dell'evento impianti sportivi moderni e riqualificati. Lei è d'accordo o pensa che gli obiettivi dovrebbero essere invece altri?

«Naturalmente, i Giochi avranno il loro impatto positivo sulle infrastrutture sportive. Alcuni impianti saranno costruiti ex novo e altri, invece, riqualificati. Sappiamo bene che la città organizzatrice è Taranto, ma non mancheranno degli eventi in altre città, pur rispettando le regole stabilite dal Comitato per quanto riguarda le distanze tra gli alloggi e gli stadi o i palazzetti, in modo da non creare disagi o causare stress agli atleti stessi. L'importante è che la costruzione e la ristrutturazione delle strutture portino, in futuro, un numero sempre crescente di eventi sportivi nazionali e internazionali da organizzare per i giovani di questo territorio».

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