TARANTO - Dovrà scontare 10 anni e 2 mesi di carcere per il tentato femminicidio della ex moglie avvenuto a ottobre scorso a Martina Franca. È la condanna inflitta in primo grado al 60enne che il 15 ottobre 2023 inflisse decine di coltellate alla donna che riuscì a salvarsi solo perché scappò dall'auto chiedendo aiuto ai passanti.
Il giudizio Gianna Martino, al termine del processo con rito abbreviato, ha emesso il verdetto e condannato l'uomo al risarcimento: sarà un giudizio civile a quantificare l'ammontare della somma, ma nel frattempo il 60enne dovrà versare una serie di provvisionali immediatamente esecutive a favore delle parti civili costituite nel procedimento. La prima di 20mila alla vittima assistita dall'avvocato Filomena Zaccaria, 3mila euro a ciascuno dei tre figli della donna rappresentati dall'avvocato Francesco Zaccaria e infine 3mila euro per l'associazione “Sud est donne” che gestisce il centro antiviolenza “Rompiamo il silenzio” assistito dall'avvocato Caterina Argese.
«È stato mio marito, è stato lui, quella bestia: voleva ammazzarmi, voleva ammazzarmi». Furono le prime parole pronunciate dalla 48enne in quella domenica pomeriggio a Martina Franca: parole la donna rivolse a un abitante attirato dalle urla e che, una volta in strada, prestò soccorso fino all'arrivo del 118. Fu la stessa vittima, quando le sue condizioni si stabilizzarono a riferire direttamente al pubblico ministero Marco Colascilla Narducci che si è recò in ospedale, l'intera dinamica dei fatti. La donna raccontò che stava facendo retromarcia quando il marito entrò in auto: l'ultima di una serie di momenti rabbia dell'uomo che quella volta esplose in modo brutale. «Mi ha colpito con un coltello al collo, alle braccia, ai fianchi, come se sapesse dove colpirmi» disse la donna al magistrato. Poco dopo i carabinieri rintracciarono l'uomo e lo condussero nel carcere di Taranto. Ieri, a distanza di meno di sei mesi è giunta la sentenza di primo grado.