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Taranto, tentato omicidio al rione Tamburi, Adamo condannato a 6 anni

 
francesco casula

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francesco casula

Taranto, tentato omicidio al rione Tamburi,  Adamo condannato a 6 anni

La vittima fu un 38enne, il 20enne Francesco Pio Adamo aprì il fuoco la sera del 16 giugno in via Masaccio

Giovedì 08 Febbraio 2024, 14:26

È stato condannato a 6 anni e 6 mesi Francesco Pio Adamo 20enne di Taranto accusato di essere l'autore del tentato omicidio avvenuto la sera del 16 giugno scorso in via Masaccio al quartiere Tamburi di Taranto. È stato il giudice Alessandra Romano a emettere nella tarda mattinata di ieri la sentenza al termine del processo con rito abbreviato: il pubblico ministero Salvatore Colella, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, aveva chiesto una condanna a 9 anni di reclusione, ma il difensore, l’avvocato Pasquale Blasi, ha ottenuto per il suo assistito una pena più lieve.

Quella sera di 16 giugno, secondo le indagini, Adamo avrebbe esploso dei colpi di pistola all'indirizzo di Massimo De Bartolomeo, 38enne tarantino. Le intercettazioni raccolte dai militari avevano permesso di ricostruire la vicenda: sono state le parole della vittima, ignaro di essere ascoltato dagli investigatori dell'Arma, a chiarire il quadro in cui era maturata la vicenda.

De Bartolomeo aveva infatti negato agli investigatori di conoscere l’identità di chi aveva aperto il fuoco per tre volte, ma quando pensava di essere al riparo, ha spifferato ogni dettaglio di quella sera: svelando movente, dinamica e soprattutto il nome dell’autore. «Come arrivo vicino a lui mi inizia a sparare. Io non ho avuto neanche il tempo di buttargli la bottiglia in faccia e non ho avuto neanche il tempo di buttargli lo schiaffo» raccontava a un amico mentre le microspie registravano tutto.

Tutto è cominciato alle 22.55 di quella sera di giugno, quando De Bartolomeo era in piazza Masaccio con un amico: bevevano una birra prima di rincasare quando un gruppo di giovanissimi ha iniziato una rissa. Il 38enne si è avvicinato per sedarla, ma un giovane gli ha chiesto «Perché ti stai mettendo in mezzo?». Secondo il suo racconto catturato dalle stesse microspie, nonostante quella sfida, ha comunque cercato di calmare i giovani dicendo «Io non mi sto mettendo in mezzo, ma non vedi i bambini e le femmine? Non ve la potete finire?».

Un consiglio ignorato tanto che De Bartolomeo racconta di essere tornato a bere la sua birra. Pochi minuti dopo, però, quello stesso giovane lo ha chiamato e De Bartolomeo ha capito che si trattava di una rogna: in dialetto ha annunciato al suo amico «Mo ce quiste face u stuedeche l’hagghjia spaccà a buttiglie ‘ngape». Ma quel giovane avrebbe aperto immediatamente il fuoco costringendolo alla fuga. Sei i colpi esplosi e di questi due colpi lo hanno raggiunto alla gamba e uno al gluteo.

Una volta in ospedale, De Bartolomeo è stato raggiunto dai carabinieri, ma a loro come detto ha negato qualunque dettaglio. Ma nonostante questo, gli investigatori sono riusciti a ricostruire l’intera vicenda. Ai militari è bastato seguire la vittima nelle sue «investigazioni private» alla ricerca di vendetta. : poco dopo l’agguato, infatti, De Bartolomeo aveva chiaramente espresso il suo desiderio di vendetta. Mentre era ancora ricoverato in ospedale urlava «Quello ora deve morire, quello ora deve essere ucciso lui e il padre. In settimana prossima sto fuori e quelli devono sloggiare dai Tamburi». Adamo, secondo lui, aveva sparato per ucciderlo: «mi è andata bene - ha infatti svelato la vittima a un amico - che se non si trovava uno che gli ha alzato il braccio quello mi uccide veramente».

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