TARANTO - «Il rinvio è frutto dello stallo tra governo e ArcelorMittal perché il punto è sempre lo stesso: chi mette le risorse finanziarie. Questo perdere tempo è scaricato sulla pelle dei lavoratori e fa danno alla stessa azienda, all’ambiente e alla produzione». Lo dichiara in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom Cgil.
«L'assemblea dei soci del più grande impianto siderurgico di Europa - aggiunge - discute di 320 milioni della bolletta e non trova una soluzione quando servirebbero 5 miliardi per rilanciare produzione occupazione e ambiente. Oggi si è svolto un presidio davanti la sede a Milano di Acciaierie d’Italia. Continueremo a mobilitarci finchè non ci sarà una risoluzione di questa situazione».
Usb, azienda nelle mani di Mittal debacle di Stato
«Se l’azienda sarà consegnata alla multinazionale sarà un’inevitabile debacle di Stato. Col privato non ci sarà né rilancio né transizione ecologica, tutti ne devono essere consapevoli. Per USB, deve scattare l’ora X su Taranto, deve suonare la carica. In un Paese dove si sta decidendo di spegnere le prospettive industriali nazionali, mettendole in mano ai privati, noi dobbiamo decidere di "accendere il paese». La vertenza ex Ilva riguarda tutti, e la nostra organizzazione è decisa a mettere in campo un piano di mobilitazione incisivo a partire dalle prossime settimane». Lo sottolinea l’Usb, che ha riunito oggi a Taranto il coordinamento dei delegati di Acciaierie d’Italia. Presenti gli esecutivi nazionali con Francesco Rizzo, Sasha Colautti, Guido Lutrario e Marco Benevento. «Dall’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia - aggiunge l’'organizzazione sindacale - soltanto un altro rinvio, un fatto scontato e atteso, che avevamo annunciato già ieri. Sappiamo che il Governo si è già subordinato all’azienda, ora è partita la melina perché il regalo per i lavoratori è previsto in prossimità delle feste, che solitamente abbassano i toni della protesta. Noi di sicuro non ci fermiamo».