TARANTO - Dalla fine di agosto il reparto Covid di Malattie Infettive dell’Ospedale “Moscati” è pieno. Un turn over costante senza che vi sia mai un posto letto disponibile. In particolare nell’ultimo mese si contano 30 ricoveri Covid in totale, un numero non elevatissimo, ma che spiega l’andamento crescente riscontrabile in tutta Italia.
Non è aumentata l’aggressività dell’infezione da SARS-CoV-2, ma desta preoccupazione la sovrapposizione con il virus respiratorio sinciziale che può anche causare polmoniti. Il direttore del reparto di Malattie Infettive e Tropicali dell’Ospedale “Moscati”, Giovambattista Buccoliero, invita i medici di medicina generale del tarantino a seguire un orientamento chiaro e definito, «intervenendo con terapia domiciliare in presenza di sintomi e dopo aver eseguito il tampone». «I medici che operano sul territorio – precisa – possono prescrivere un farmaco che cura il Covid e riduce le ospedalizzazioni».
Il farmaco cui Buccoliero fa riferimento è costituito da due molecole, nirmatrelvir/ritonavir, ed è stato al centro di un articolo scientifico pubblicato sulla rivista “The Lancet” nel mese di luglio. «L’unico centro in Puglia a far parte dello studio insieme con l’Ospedale “Spallanzani” di Roma è stato proprio il mio reparto».
È doveroso evidenziare che i pazienti ricoverati in Malattie Infettive dal direttore Buccoliero vanno distinti in due categorie, i Covid puri e i portatori di SARS-CoV-2. La differenza è sostanziale in quanto i secondi vengono ricoverati e registrati Covid ma le ragioni determinanti il ricovero sono altre patologie che, nella stragrande maggioranza dei casi, condizionano l’abbassamento delle difese immunitarie e la conseguente difficoltà a negativizzarsi in poco tempo una volta contratto il virus. Nella corsa contro il Covid vi è un costante riferimento al tampone antigenico per tracciare il virus e all’uso delle mascherine per ridurre il contagio soprattutto nel caso di pazienti fragili e immunodepressi.
«I più fragili – aggiunge Buccoliero – necessitano di maggiore cautela. Adesso ci sono molti mezzi per combattere il virus, armi che inizialmente non esistevano. Basti pensare ai farmaci antivirali, come quelli che possono prescrivere i medici di base, e agli anticorpi monoclonali che si somministrano nell’ambulatorio di Immunologia, afferente al reparto di Pneumologia».
Osservando l’evoluzione del virus, non sfugge l’aumento dei casi di pazienti affetti da malattie ematologiche, i cui trattamenti vengono ritardati fino alla negativizzazione che in molti casi avviene dopo alcune settimane. Nella fase attuale infatti il Covid, trattato con antivirali, può essere debellato in meno di sette giorni, tranne nei casi in cui sussista una concomitante patologia che compromette le difese immunitarie del soggetto.
L’invito che non manca di sottolineare il direttore Buccoliero è nella relazione proficua con i medici di medicina generale perché possano quindi gestire, con terapia domiciliare, i casi di Covid, virus circolante con il quale siamo chiamati a confrontarci ancora a lungo.