TARANTO - La portaerei Cavour nel primo pomeriggio di ieri ha lasciato il suo posto d’ormeggio nella Stazione navale di Mar Grande a Taranto ed ha preso il largo per ricongiungersi con il resto della flotta e dare il via alla più grande esercitazione navale della Marina Militare.
Organizzata e condotta dal Comando in Capo della Squadra Navale, la «Mare Aperto» - questo il nome dell’evento addestrativo - vede impegnate forze militari e personale di ben 23 nazioni. Dodici di queste appartengono a Paesi Nato, altre 11 sono partner. Alle manovre navali partecipano 41 unità tra navi e sommergibili, oltre ad aerei ed elicotteri dell’aviazione navale, i reparti anfibi della Brigata Marina San Marco, incursori e subacquei del Comsubin, mezzi navali e aeromobili del Corpo delle Capitanerie di Porto, con l’aggiunta di mezzi e personale di Esercito, Aeronautica, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza.
In stretta collaborazione con i militari opereranno a bordo delle navi della Marina docenti e studenti di ben 14 gli atenei: l’Università di Bari, l’Università degli studi Alma Mater Studiorum di Bologna, l’Università di Genova, l’Università statale di Milano, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il Politecnico di Milano, la Libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano , l’Università Federico II di Napoli, l’Università Sant’Anna di Pisa, l’Università La Sapienza di Roma, la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali di Roma, l’Università per Stranieri di Siena, l’Università di Trieste e l’Università degli Studi della Tuscia. Infine prenderanno parte all’esercitazione anche rappresentanti del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, del Ce.S.I. (Centro Studi Internazionali), del Centro di Geopolitica e Strategia Marittima, di Confitarma, dell’Assarmatori.
Un totale di circa 6.000 militari coinvolti a cui si aggiungono 70 universitari, tra studenti e docenti accompagnatori, pienamente integrati all’interno degli staff imbarcati, in funzione del loro percorso di studi.
Il complesso e articolato scenario addestrativo della «Mare Aperto» si sviluppa come sempre in un contesto multidimensionale (cielo, terra, acqua, cyberspazio) coinvolgendo aerei ed elicotteri, mezzi a terra, unità navali sopra e sotto il mare e utilizzando gli strumenti e le reti offerte dai domini cibernetico e spaziale.
«Metteremo alla prova il nostro strumento marittimo - spiega alla Gazzetta l’ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis, comandante in capo della Squadra Navale - per verificarne prontezza, efficienza, proiettabilità, sostenibilità nel lungo periodo, bilanciamento, interoperabilità e capacità di generare effetti multi-dominio a livello strategico, operativo e tattico».
L’esercitazione, che in questa prima fase andrà avanti fino al prossimo 6 maggio, si svolgerà negli spazi marittimi compresi tra il Mar Adriatico, lo Ionio, il Tirreno, lo Stretto di Sicilia e il Mar di Sardegna, includendo sia l’alto mare e le zone costiere sia le porzioni di territorio circostante e i relativi spazi aerei sovrastanti.
Le forze in campo, sotto la guida degli staff delle diverse Divisioni Navali, della Brigata Marina San Marco e dei comandi delle componenti specialistiche della Marina, si cimenteranno in simulazioni ad alto realismo, lotta contro minacce convenzionali e asimmetriche, raid su siti costieri d’interesse strategico, esercitazioni di sicurezza marittima, controllo e bonifica dei fondali, prevenzione e contrasto di traffici illeciti. Saranno condotte anche attività addestrative di tutela dell’ambiente marittimo e di soccorso a popolazioni colpite da calamità naturali con la collaborazione di personale della Protezione Civile.