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Martina Franca, arriva l’atteso editto: inizia la causa di beatificazione per il vescovo Alberico Semeraro

Martina Franca, arriva l’atteso editto: inizia la causa di beatificazione per il vescovo Alberico Semeraro

 
Ottavio Cristofaro

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Ottavio Cristofaro

Martina Franca, arriva l’atteso editto: inizia la causa di beatificazione per il vescovo Alberico Semeraro

È la prima volta per un martinese. Fu il «pastore mite»

Martedì 07 Marzo 2023, 16:08

MARTINA FRANCA - L’editto tanto atteso è arrivato proprio nel fine settimana. Giusto in tempo e poche ore prima dell’evento di presentazione del volume “Il Pastore Mite. Alberico Semeraro”, alla presenza dell’autore Mons. Francesco Gioia e Mons. Filippo Santoro.

Il documento sancisce l’avvio della causa di beatificazione del vescovo di Martina Franca, Alberico Semeraro. È la prima volta per un martinese. Il processo è iniziato, sarà svolto nella Diocesi di Oria e come postulatore della causa è stato nominato don Andrea Casarano.

Alberico Semeraro, di cui è in corso il Processo di Beatificazione, nacque a Martina Franca il 19 gennaio 1903. Nel 1917 entrò nel Seminario Romano Maggiore, conseguì la Laurea in filosofia e teologia e la Licenza in Diritto Canonico. Fu ordinato Sacerdote l’11 aprile 1925. Esercitò il ministero sacerdotale a Taranto: prima nel Seminario Arcivescovile e poi nella Parrocchia del Carmine, che divenne il centro motore delle varie associazioni diocesane, soprattutto l’Azione Cattolica, gli Scouts, gli Universitari ed i Laureati Cattolici.

Il 1° maggio 1947 fu nominato Vescovo di Oria, dove durante i suoi 31 anni di governò realizzò molte opere sia sul piano materiale (trasformò, tra l’altro, la piccola chiesetta di S. Cosimo alla Macchia in un imponente Santuario; costruì 21 parrocchie nuove con le relative case canoniche), che spirituale (curò con impegno la formazione del Clero e dei fedeli alla luce del Concilio Ecumenico Vaticano II, a cui prese parte attiva). Nel suo ministero episcopale sopportò con serenità molte incomprensioni.

Fu fondatore delle Suore “Oblate di Nazareth”. Le volle chiamare “Oblate” nel senso della liturgia, ossia “offerte” a Dio, esse si dedicano al servizio dei fratelli durante tutto l’arco della vita umana: da bambini nelle scuole, da giovani e adulti nelle parrocchie, da anziani nelle Case di riposo. Oggi operano in Italia, in India, in Nigeria e in Brasile.

Morì a Francavilla Fontana il 24 Maggio 2000, per poi essere sepolto nella cripta della Cappella delle Oblate di Nazareth in contrada Lanzo a Martina Franca, dove il suo corpo si trova ancora oggi.

Papa Francesco nella Lettera Apostolica Gaudete et exultate, sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, ha scritto icasticamente, commentando la beatitudine dei miti: “Reagire con mitezza, questa è la santità”. Francesco Gioia specifica in che cosa consistesse la scelta di mitezza di Alberico Semeraro: “La sua mitezza aveva tutte le sfumature delle virtù che l’accompagnano in ogni situazione, prevaleva ora l’una ora l’altra: la gentilezza, la dolcezza, la mansuetudine, l’affabilità, la tenerezza, la pacatezza, la pace interiore, la serenità, l’autocontrollo, la pazienza, l’umiltà, la tolleranza, il rispetto, la delicatezza, la carità, la comprensione, l’ottimismo. Così si mostrava ad ogni persona che lo avvicinava”.

Per Mons. Franco Semeraro, Mons. Alberico appartiene alla schiera di Pastori santi, straordinari, modelli del gregge delle diocesi interne di Puglia: dal servo di Dio Giuseppe Di Donna, vescovo di Andria (1901-1952), al venerabile Fortunato Maria Farina (1881 – 1954), vescovo di Foggia, al servo di Dio Nicola Riezzo (1904-1998) vescovo di Castellaneta e poi arcivescovo di Otranto, al venerabile don Tonino Bello, vescovo di Molfetta (1935-1993).

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