Comune, in attesa del vertice a tre. Dopo il «licenziamento» dell’assessora alla Pubblica istruzione, Maria Luppino, si attende ora solo che ci sia il confronto tra il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci e i Cinque Stelle. E se inizialmente si pensava che la riunione avrebbe potuto tenersi già ieri sera, in realtà, ora l’appuntamento sembra oscillare verso domani e questo a causa di alcuni impegni personali del primo cittadino e del Governatore. Ma, in questa vicenda esplosa attorno alle perplessità del pentastellato Francesco Nevoli sull’Accordo di programma per l’ex Ilva (contenute in un’intervista pubblicata dalla «Gazzetta») non è certo la data ad appassionare. Contano, ovviamente, i contenuti.
Già, ma come potrebbe andare questo vertice a tre? È difficile, ovviamente, fare delle previsioni. Eppure, nonostante la rottura si sia consumata in maniera clamorosa e su un tema così importante come quello dell’ex Ilva, si ha ugualmente la sensazione che alla fine lo «strappo» possa essere ricucito. E su quali basi allora? Quale potrebbe essere la mediazione tra la difesa di posizioni identitarie su alcuni temi da parte dei Cinque Stelle e la legittima esigenza di Melucci di essere sostenuto da una coalizione compatta e che non gli crei preoccupazioni in Consiglio comunale? È difficile rispondere compiutamente a quest’interrogativo, ma tutti gli sguardi sono rivolti verso Emiliano. Già, al Governatore. Se è vero, infatti, che il sindaco ha delle prerogative che la legge gli assegna è altrettanto vero come il presidente della Regione abbia un ruolo politico rilevante in generale, ma in particolare proprio sull’alleanza tra il centrosinistra tarantino e il partito di Giuseppe Conte. I due, come è noto, hanno un asse piuttosto solido. Detto senza mezzi termini, il presidente della Regione ci tiene (e parecchio pure) che, nella seconda città della Puglia, i pentastellati stiano in giunta.
Serve ricucire, dunque. E, probabilmente, questo avverrà magari con il ritorno tra i banchi dell’esecutivo della stessa Luppino. Come? Magari invitando i pentastellati a seguire la ragion di Stato ovvero le regole dell’alleanza.
Intanto l’assessora comunale del Pd, Francesca Viggiano, replica ai forzisti: «Forza Italia pensi a pressare il Governo, non alle nostre alleanze». E aggiunge: «In questo frangente così delicato per il territorio, che dovrebbe richiedere impegno e serietà a ogni livello istituzionale, i rappresentanti locali di Forza Italia non sanno fare altro che “gongolare” per lo strappo con il M5s».
Per Viggiano: «Invece di pressare il Governo sull’ex Ilva, per esempio, invece di offrire un contributo chiaro e operativo al lavoro che stiamo portando avanti, trovano il tempo per commentare con un laconico e deprimente “l’avevamo detto che non sarebbero andati d’accordo”, degno del più odioso tra i maestrini. Lezione dalla quale dovrebbero astenersi, peraltro: difficile accettare diplomi di coerenza sulle alleanze politiche, dal centrodestra che ha candidato a sindaco un esponente del centrosinistra».