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Carceri, Sappe presenta 2 denunce: «Situazione critica a Taranto»

 
Redazione online

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Taranto, sospesa la direttrice del carcere

Il carcere di Taranto

Al sovraffollamento di detenuti fa da contraltare una carenza di organico della Polizia penitenziaria

Martedì 13 Settembre 2022, 17:47

14 Settembre 2022, 19:56

TARANTO - Il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) ha depositato alla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Taranto due esposti-denuncia per evidenziare situazioni di criticità che riguardano il carcere di Taranto dove al sovraffollamento di detenuti fa da contraltare una carenza di organico della Polizia penitenziaria. Un esposto, precisa Federico Pilagatti della segreteria nazionale, è stato presentato «contro i ministri della Giustizia e i vertici del Dap a partire dal 2017 ad oggi», e l’altro «contro l’Asl di Taranto e i vertici regionali della sanità per grave carenza di assistenza ai detenuti». Gli agenti, secondo il sindacato, sono "sottoposti a carichi di lavoro massacranti triplicati in questi ultimi anni in violazione di leggi e accordi sindacali. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria si è sempre mostrato sordo alle legittime rimostranze dei poliziotti».

L’organico del carcere di Taranto, sostiene Pilagatti, «circa 20 anni fa contava oltre 350 poliziotti ed è stato drasticamente ridotto a 270 unità circa, mentre la capienza dei detenuti che era di circa 320, è salita vertiginosamente arrivando ad oggi a oltre 750 ristretti presenti, senza alcuna rivisitazione dell’organico dei poliziotti. In queste condizioni è saltato tutto, per cui l’illegalità, la prepotenza e la violenza dei detenuti - rileva il sindacato - è stata molto difficile se non impossibile da arginare». Per il Sappe «tali eventi critici (sucidi, aggressioni a poliziotti, tentati suicidi, rivolte, introduzione di materiale proibito come droga e telefonini) che si sono susseguiti dal 2017 ad oggi, si sarebbero, forse, potuti evitare qualora i ministri della Giustizia e i vertici del Dap avessero provveduto a rinforzare l’organico dei poliziotti penitenziari di Taranto».

Nella giornata del 13 settembre il Sappe presentava  un esposto alla procura di Taranto «poiché gli episodi di violenza commessi  dai moltissimi detenuti con problemi psichiatrici, stanno diventando sempre più pericolosi e tragici. L’altro giorno sempre un pazzo si era fiondato contro la porta della cucina dove vengono preparati i pasti in cerca di coltelli che, avrebbe poi utilizzato contro agenti e detenuti. Fortunatamente i coltelli si trovavano chiusi in una cassetta blindata, poiché la cucina era chiusa, ma il livello come si diceva prima sale sempre di più. Infatti nella mattinata di oggi al reparto osservazione un detenuto di origini calabresi  di  circa 40 anni in attesa di giudizio per reati contro il patrimonio, ha appiccato il fuoco nella stanza ove è ristretto  incendiando   le poche suppellettili in legno  presenti, ed affumicando l’intero reparto a causa del fumo tossico sprigionato dal materasso che non ha preso fuoco poiché ignifugo. Il denso fumo che si è subito propagato per l’intero reparto, ha messo in allarme  ed impaurito i detenuti colà ristretti che hanno iniziato a protestare energicamente. Fortunatamente  l’addetto alla sezione non si è perso d’animo e rischiando serie conseguenze per la sua salute, dopo aver lanciato l’allarme ha fatto uscire i detenuti dalle stanze, ed insieme ai rinforzi li ha accompagnati  nel cortile dei passeggi, salvando la vita anche al detenuto responsabile dell’evento.      

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