TARANTO - Sono 13 gli indagati nell’inchiesta aperta dalla procura di Taranto dopo la morte della 28enne tarantina, deceduta lo scorso 29 agosto dopo aver dato alla luce una bambina. È stato il sostituto procuratore della Repubblica Antonio Natale a iscrivere nel registro degli indagati medici del reparto di Ginecologia che hanno avuto in cura la donna dal 27 agosto scorso. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo per colpa medica: un atto dovuto, quello della procura che consente ai medici di poter nominare un difensore che prenda parte attraverso i suoi consulenti alla fase delle indagini preliminari.
Il pm Natale ha fossato per domani il conferimento dell’incarico al consulente che effettuerà l’esame autoptico: sarà il professor Biagio Solarino dell’Università di Bari a eseguire l’esame a cui potranno prendere parte anche gli esperti nominati dai difensori degli indagati. Anche i familiari, rappresentati dall’avvocato Leonardantonio Cassano potranno nominare un consulente che partecipi all’autopsia.
La donna era alla sua alla 40esima settimana di gestazione della sua prima gravidanza: il 27 mattina si era recata in ospedale, ma per i medici non era ancora il momento di partorire e così è stata rimandata a casa. Nella serata di sabato, però, la donna ha avvertito delle perdite che le hanno fatto pensare alla rottura delle acque è tornata quindi in ospedale e questa volta è stata ricoverata.
Il personale del reparto ha disposto il ricovero ed è iniziato il travaglio: i medici hanno provato a indurre il parto, ma senza successo. Dopo circa 36 ore dall’inizio del travaglio, la donna ha chiesto di procedere con il taglio cesareo. Dopo l’intervento, il personale ha effettuato le verifiche post operatorie che hanno rivelato una riduzione dell’emoglobina: la donna insomma aveva perso una quantità di sangue che secondo i medici era in quel momento compatibile con l’intervento chirurgico. La bambina che pesa poco più di 2 chili e 500 grammi sta bene ed è stata sistemata nel reparto di terapia intensiva di neonatologia. Poco dopo, però, i medici si sono accorti che le condizioni della donna stavano peggiorando: era in corso un’emorragia e il personale ha attivato tutte le procedure necessarie. La giovane, tuttavia, è andata in arresto cardiaco e per lei non c’è stato nulla da fare.
Ora potrebbe essere l’autopsia a fornire le prime indicazioni su quanto accaduto: l’esame medico legale dovrà accertare la causa della morte, valutare se l’emorragia è stato un evento imprevisto e imprevedibile e se le cure prestate dal personale in servizio in quel momento e nei momenti precedenti sono state corrette. I carabinieri della Compagnia di Taranto, poche ore dopo il decesso, hanno sequestrato i documenti clinici: anche la cartella medica sarà analizzata dal professor Solarino. Intanto nell’ospedale SS. Annunziata è partita anche l’inchiesta interna disposta dall’Asl di Taranto e coordinata dal medico legale Marcello Chironi: la commissione dovrà ricostruire la successione degli eventi e delle azioni dei colleghi per redigere una relazione da inviare al Ministero della Salute.