Cosa lega due città apparentemente lontane come Taranto e la tunisina Gabes? Da pochi giorni c'è anche un accordo firmato alla luce della partenza di un progetto importante, che si chiama «Best Tag», acronimo di «Blue Economy for the Sustainable Towns of Taranto And Gabes». È un ponte concreto, lanciato tra la Puglia e la Tunisia, nel nome dell'economia del mare e della rinascita sostenibile: è stato protagonista di un incontro tenuto l'altro giorno nel corso del Meeting di Rimini, nel padiglione del Ministero Affari Esteri e Cooperazione internazionale e del Ciheam Bari, alla presenza di numerosissimi ospiti.
«Centro e periferia. al cuore dello sviluppo territoriale sostenibile», è stato il titolo del «talk» cui hanno preso parte il vicesindaco di Taranto Fabrizio Manzulli, Hafsia Leghrissi, ingegnere agricolo e responsabile del progetto a Gabes, Carmelo Troccoli della «Farmer World Market Coalition». Tra video delle due città e dibattito, i relatori hanno spiegato gli obiettivi e le azioni del grande programma internazionale, voluto da Comune di Taranto, Comune di Gabes e realizzato grazie al Ciheam Bari con la Regione Puglia, l'Avsi e sotto l'egida del Maeci. Partner di profilo internazionale e di grande sensibilità nei confronti dei problemi della sostenibilità, temi che del resto hanno caratterizzato l'intero dibattito al Meeting, con una serie di incontri – proprio in questa area – che hanno permesso voli pindarici tra Paesi del mondo, emergenze alimentari e sanitarie, sete globale, ma soprattutto su programmi che arginano questi problemi. E uno di questi è proprio il «Best Tag», pensato e redatto da Massimo Lupis. Un progetto che parte dalla comune volontà delle due città, Taranto e Gabes, di voltare pagina e di creare nuovi percorsi oltre la piaga dell'inquinamento, con quelle polveri che assillano tragicamente entrambe le città, sedi industriali con attività diverse tra loro ma comunque d'impatto sul territorio.
Ebbene, «Best Tag» punta a recuperare economia rurale e marina, vira con decisione in venti azioni comuni che faranno di Taranto la protagonista di una serie di «lezioni» capaci di insegnare ai tunisini e collegare con la nostra economia spazi, tracciabilità, competenze, impianti pilota. Come ha spiegato con accuratezza il vicesindaco di Taranto, saranno create azioni immediate: seminari, eventi internazionali (in vista dei Giochi del Mediterraneo daremo ai tunisini input sulla creazione di un appuntamento come questo), ma anche hub comuni e collegamenti tra i prodotti delle due città. Quali? La cozza nera di Taranto, ormai nota in tutto il mondo e il granchio blu di Gabes, tanto che il 24 settembre ci sarà a Taranto un evento internazionale durante il quale chef stellati creeranno ricette con l'utilizzo di entrambi i prodotti ittici.
Gabes,la piccola Sirte dei geografi antichi, è conosciuta come la città delle oasi e l'ing. Leghrissi ha sottolineato i tanti prodotti che determinano la sua economia insieme ai tanti problemi che l'assillano. «Ci aspettiamo molto da questo programma e ne siamo fieri», ha detto, ringraziando tra gli altri il Ciheam Bari, ente che dal 1962 opera in 4 istituti internazionali (oltre a Bari, ci sono Chania in Grecia, Montpellier in Francia, Saragozza in Spagna e il la sede parigina) e in decine di Paesi del mondo.
Della connessione tra aree urbane e periferie rurali, ha parlato in particolare Carmelo Troccoli della Farmer World Market Coalition, il quale ha fatto riferimento calzante alla valorizzazione delle risorse naturali ed umane, al recupero della tradizione che in agricoltura significa anche donare ai popoli la possibilità di esprimere il proprio potenziale e la propria identità. E così «Best-Tag» finanziato da EU-DGDevco (ora INTPA), programma «Città sostenibili», potrà accompagnare tramite Taranto la città di Gabes, rilanciando agricoltura, pesca, industria, artigianato e – come ha detto il vicesindaco di Taranto Fabrizio Manzulli – creando «un asse della sostenibilità e delle buone pratiche». Idee che navigano nel Mediterraneo e che ci uniscono: buon vento.