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Porto di Taranto, arriva l'aut aut: «Fiducia a Yilport, ma rispetti i patti»

 
Giacomo Rizzo

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Giacomo Rizzo

Porto di Taranto, container

Fiorino (Fit Cisl): fare lavorare le parti per arrivare ad una soluzione che porti benefici

Sabato 04 Giugno 2022, 11:41

TARANTO - Yilport, il concessionario del terminal contenitori del porto di Taranto, resta un «sorvegliato speciale» dopo l'aut aut del Comitato di gestione che nel biennio chiede il rispetto dei volumi di traffico previsti dal contratto dopo la mancata approvazione del piano industriale presentato dal gruppo turco e la diffida del febbraio scorso per i deludenti volumi di traffico. Per Oronzo Fiorino della Fit Cisl-Settore Porto, «questa volta tutto deve essere rispettato da ambo le parti nei tempi di previsione indicati dalla Autorità di sistema portuale del mar Ionio. Si deve fare in maniera che, anche se con abbondante ritardo, nei 24 mesi ciò che era previsto nell'atto concessorio sia rispettato. La Fit Cisl non farà mancare il proprio sostegno finalizzato allo sviluppo e al mantenimento degli attuali e futuri posti di lavoro».

Non manca, peraltro, una riflessione polemica. «Leggo in questi giorni - afferma Fiorino - interviste che paventano o suggeriscono soluzioni sulla vicenda. Credo che la cosa migliore da fare sia tacere e fare lavorare le parti affinché si possa arrivare ad una soluzione che porti benefici al porto. La Fit Cisl prende atto del fatto che, il Comitato di gestione, unico organismo che ha poteri sulle concessioni, abbia tenuto conto dell'incontro tenutosi il 23 scorso tra organizzazioni sindacali e azienda». E che, «in considerazione di questo - aggiunge - abbia deciso di riconoscere ulteriori 24 mesi dando mandato pieno all’Authority, di una ulteriore verifica sulla progettualità e sul piano operativo. Pertanto quello che deve fare il presidente Sergio Prete lo sa da sé non ha certamente bisogno di suggeritori dell'ultima ora».

Come è noto, il Comitato di gestione del porto ha deciso di non approvare il nuovo piano industriale di Yilport ma di limitarsi a una presa d’atto. A fronte dei nuovi obiettivi di traffico indicati dal terminalista, si chiede di rispettare quelli che dovevano essere i volumi indicati nella concessione per i primi due anni di esercizio dell’infrastruttura, ovvero 105mila e 245mila teu, l’unità di misura dei container. C’è stato infatti il «mancato rispetto delle previsioni».

Si ritengono poi «parzialmente giustificabili» le motivazioni che Yilport, attraverso la società San Cataldo Container Terminal (SCCT), ha fornito in merito alle contestazioni espresse a febbraio scorso dall’Authority. Ovvero che la pandemia, il suo impatto sul traffico merci e sull’economia internazionale, non ha consentito di effettuare quello che, tra movimento container e investimenti, era stato dichiarato. Infine, si danno al terminalista due anni di tempo, che scatteranno probabilmente a decorrere da febbraio scorso, per ultimare le opere in sospeso.

Ma i due anni di proroga valgono anche per gli interventi a carico della stessa Authority, a partire dal dragaggio dei fondali antistanti il molo polisettoriale per portarli ad una profondità di 16,50 metri e consentire quindi l’attracco di navi più grandi. L’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio era chiamata ad esprimersi, dopo un’istruttoria tecnica, sul nuovo piano industriale che Yilport ha trasmesso il 2 maggio. Ieri il presidente Sergio Prete ha riportato le decisioni al Partenariato del mare, organo allargato che comprende i sindacati di categoria, Confindustria Taranto, gli operatori e i diversi soggetti che si occupano di portualità. Nessuna revoca della concessione a Yilport, quindi, ma l’indicazione di un diverso percorso. «Abbiamo ritenuto - ha spiegato il presidente Prete - che il terminalista debba anzitutto impegnarsi per realizzare, nella ripartenza del terminal container, gli obiettivi di traffico che ha largamente mancato nei primi due anni di attività. Obiettivi che avrebbe dovuto raggiungere indipendentemente dal dragaggio».

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